Le sottoscritte Organizzazioni firmatarie dell’appello a Governo e Parlamento per lo sblocco delle attività di riciclo e recupero dei rifiuti (end of waste) dello scorso 25 luglio esprimono apprezzamento per l’emendamento approvato in Commissione al Senato che consente l’operatività delle autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei e che fa salve le autorizzazioni esistenti.
Come è noto, dopo una sentenza del Consiglio di Stato e la norma introdotta con la legge “sblocca cantieri”, molte autorizzazioni in scadenza o per nuove attività di riciclo erano bloccate, con evidenti pregiudizi per il raggiungimento degli obiettivi dell’economia circolare.
Ora, appena la nuova norma entrerà in vigore, il blocco creato dalla precedente norma sarà abrogato e molte autorizzazioni regionali al riciclo dei rifiuti potranno essere di nuovo rilasciate.
Il meccanismo introdotto di controllo a campione, centralizzato a livello ministeriale per le decisioni, della conformità delle modalità operative e gestionali degli impianti di riciclo – numerosi e in genere di piccole e medie dimensioni – autorizzati dalle Regioni, rischia di essere di difficile attuazione e di scarsa efficacia, di generare incertezza sull’efficacia dell’autorizzazione rilasciate e di aggiunge complicazioni alle attività di riciclo.
Auspicando che su tale tema vi sia in futuro una più attenta valutazione, ribadiamo la nostra soddisfazione perché è stata accolta anche la nostra proposta di provvedere con urgenza intervenendo nel disegno di legge di conversione del decreto sulle crisi aziendali.
CONFINDUSTRIA, CIRCULAR ECONOMY NETWORK, CNA, FISE ASSOAMBIENTE, CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI, CONFARTIGIANATO IMPRESE, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP PRODUZIONE E SERVIZI, FEDERCHIMICA, FEDERACCIAI, FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA, ASSOMINERARIA, CONAI, CONOU, ECOPNEUS, GREEN ECONOMY NETWORK DI ASSOLOMBARDA, UTILITALIA, CASARTIGIANI, CONFAPI, ASSOVETRO, CONFAGRICOLTURA, CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI, ECOTYRE, COBAT, CONSORZIO RICREA, ANCO, AIRA, ASSOBIOPLASTICHE, ASCOMAC COGENA, ECODOM, COMIECO, ASSOCARTA, FEDERAZIONE CARTA E GRAFICA, CENTRO DI COORDINAMENTO RAEE, SITEB, ASSOREM, FIRI, FEDERBETON, AITEC, CONOE, COREPLA, ANGAM, CENTRO DI COORDINAMENTO NAZIONALE PILE E ACCUMULATORI, UCINA, ANCE, ASSOFERMET, ASSOFOND, CONSORZIO CARPI, UNIRIMA, CISAMBIENTE.
In merito, di seguito pubblichiamo la nota dei senatori PD.
L’emendamento sull’End of waste sblocca l’intero comparto dell’economia circolare dei rifiuti urbani e industriali nel nostro paese.
Con la sentenza del Consiglio di Stato del gennaio 2018 era stato riconosciuto un vuoto normativo che oggi viene finalmente colmato e che, di fatto, ha causato il blocco del comparto produttivo dell’industria del riciclo in Italia.
Tale blocco ha generato sino ad oggi un aggravamento dei costi pari a 1,6 miliardi a causa della gravosa gestione delle discariche e del trasposto all’estero dei rifiuti, che non potendo essere riconosciuti come materia prima non potevano essere utilizzati come materiali per il riciclo.
Con questo emendamento si recepiscono finalmente i principi ed i criteri stabiliti dalla nuova normativa europea sui rifiuti, stabilendo così in maniera definitiva il quadro politico ed istituzionale relativo al tema del riciclo anche in Italia.
Infatti, da un lato viene affidato alle Regioni il ruolo di rilasciare le autorizzazioni caso per caso e, dall’altro, viene prevista la possibilità di effettuare controlli a campione, per il tramite di Ispra o delle Arpa competenti, sulla “conformità delle modalità operative e gestionali degli impianti”.
Inoltre, si prevede un registro nazionale e la rendicontazione annuale nazionale da parte di Ispra, utile per armonizzare gli eventuali successivi interventi nonché per favorire lo scambio tra le migliori pratiche delle aziende. Infine, ma non ultimo per ordine di importanza, si risolve il nodo delle procedure semplificate facendo salve anche quelle rilasciate sino ad oggi.
Il vecchio governo aveva provato in ben quattro diversi provvedimenti a risolvere la questione, senza mai riuscire ad arrivare ad una soluzione condivisa. Anzi, l’unico accordo raggiunto dalla vecchia maggioranza è stato sul comma 19 del Decreto Sblocca Cantieri, il quale non ha fatto altro che aggravare la situazione e bloccare l’economia circolare nel nostro Paese.
Contro tale follia si erano schierate infatti ben cinquantasette categorie economiche e produttive, nonché innumerevoli associazioni ambientaliste.
Ora, finalmente, in sole due settimane di lavoro che hanno visto coinvolte tutte le forze di maggioranza si è riusciti a raggiungere un risultato largamente positivo che pone soluzione ad un problema che si è protratto inutilmente per troppo tempo.
Send this to a friend