Il 19 agosto 2000, Andria cade nello sconforto. Una ragazzina figlia di rivenditori di noccioline a Castel del Monte ha sete e va a riempire l’acqua ad una fontanella poco distante. Passano i minuti, le ore e Graziella Mansi non torna. Il nonno, i genitori e alcuni conoscenti iniziano a preoccuparsi e vanno a cercarla nella pinetina. Intanto scende la notte e della ragazzina non si hanno notizie. Le ricerche continuano e la situazione si fa preoccupante. Il corpo della bambina viene ritrovato bruciato tra le sterpaglie nel bosco di Castel del Monte.
Tutte le forze dell’ordine si mobilitano per far luce sull’accaduto. Intanto il verdetto dell’autopsia è agghiacciante:tentato stupro.
Le indagini portano ad un ragazzo di 20 anni, Pasquale Tortora, un parcheggiatore abusivo che operava davanti alla bancarella della famiglia della piccola Graziella Mansi.
Il ragazzo pare si fosse invaghito della bambina. Agli inquirenti racconta di averla invitata, con una scusa,
a seguirlo nel bosco e poi di averle dato fuoco. Le parole si fanno agghuaccianti quando Tortora fa il nome di altri quattro amici di Andria che avrebbero partecipato all’orrendo gioco finito male: Michele Zagaria, Giuseppe Di Bari, Domenico Margiotta e Vincenzo Coratella, tutti di età compresa fra i 18 e i 20 anni. È uno di loro a confessare la dinamica: “Tortora l’ha portata nel bosco e poi all’improvviso siamo usciti noi. La bambina aveva paura e questo ci faceva divertire. Volevamo spaventarla e non violentarla. Poi l’idea del fuoco che ci era gia balenata inbtesta da qualche giorno. Abbiamo raccolto le foglie e l’abbiamo legata. Poi le fiamme l’hanno avvolta”.
Per i cinque del branco l’accusa è di sequestro, sevizie su minore e omicidio premeditato. Ergastolo per quattro di loro, trentanni per Tortora in quanto giudicato con rito abbreviato.
Una sentenza che n9n ripaga i genitori di tanto dolore.
Dolore che evidentemente non sopporra nemeno uno dei cinque ragazzi: Vincenzo Coratella dopo otto anni, all’età di 27 anni, si impicca in carcere.
Alla memoria di Graziella Mansi è stato intitolato un parco ad Andria. A Castel del Monte invece accanto alla fontana è stata apposta una lapide.
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