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Tentano di estorcere denaro ad un imprenditore di Milano: arrestati due canosini

31 Luglio, 2019 | scritto da Alessandro Liso
Tentano di estorcere denaro ad un imprenditore di Milano: arrestati due canosini
Canosa di Puglia
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Questa mattina, a Canosa di Puglia, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP dott. Arnaldi, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di S.S., 39enne, e di C.S., 38enne, entrambi nati a Canosa di Puglia, a seguito della tentata estorsione consumata dai due uomini nei confronti di un imprenditore di origini pugliesi, titolare di una società di servizi di lusso operante a Milano.

La complessa attività d’indagine, coordinata dal VII Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano diretto dalla dr.ssa Laura Pedio, e condotta dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Dr. Andrea Fraioli, ha visto la stretta collaborazione tra gli agenti della Squadra Mobile di Milano con i colleghi della Squadra Mobile di Bari, del Commissariato di P.S. di Canosa di Puglia e del Servizio di Polizia Scientifica di Roma, e ha preso origine dalla denuncia sporta dalla vittima della tentata estorsione.

I due malviventi hanno infatti tentato di estorcere all’imprenditore la somma di 250.000 euro, dietro la minaccia di ritorsioni nei confronti dei suoi familiari qualora non avesse corrisposto il denaro, che avrebbe poi dovuto consegnare in un luogo concordato nel paese di origine degli stessi.

L’attività investigativa, svolta attraverso numerose intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione sul territorio e l’analisi dei tabulati di traffico telefonico, ha permesso di risalire al gruppo criminoso originario di Canosa di Puglia e di acquisire numerosi elementi probatori utili all’indagine.

Ulteriori riscontri investigativi sono stati rilevati attraverso il raffronto fonico, eseguito da personale specializzato del Servizio di Polizia Scientifica – Divisione IV – Sezione Indagini Elettroniche di Roma, tra le registrazioni della voce dell’estorsore con quella di un indagato sospettato del reato.

Nel corso delle perquisizioni nei confronti degli indagati sono stati rinvenuti sia il telefono utilizzato per contattare la vittima dell’estorsione sia una pistola clandestina di tipo semiautomatico con relativo munizionamento.

 

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