Il parere degli esperti è inequivocabile: 50 degli 800km di costa pugliese stanno via via arretrando, erosi dal mare che avanza.
Frane, crolli, sbriciolamenti, dal Salento al Gargano il fenomeno appare inarrestabile grazie anche al contributo dello sfruttamento edilizio che prende il sopravvento.
Il quadro a medio termine non sembra insomma essere confortevole: entro il 2100 il mare si alzerà, nella migliore delle ipotesi di 30 centimetri, nella peggiore di un metro e mezzo. Ciò implica una vera e propria invasione delle acque e di una parte di costa: onde alte 6 metri al largo del golfo di Taranto sarebbero in grado di sommergere 15 metri di litorale, senza tralasciare il pericolo tsunami.
Studiosi dell’Ateneo di Bari e del Salento stanno appurando metodologie di difesa del territorio costiero e l’Enea ricorda che una parte della Puglia, tra qualche decennio, potrebbe essere sommersa se non dovessero essere operati interventi adatti alla protezione dal mare.
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