Alla fine è giunta la fumata nera.
Ha destato non poche polemiche, in questi ultimi giorni, il convegno “La pastorale verso i bambini, i lavoratori e i migranti: da mons. Di Donna a Don Riccardo” organizzato dall‘ex sindaco Nicola Giorgino e il conseguente rilascio del patrocinio da parte del Comune di Andria per lo stesso.
Alla fine tramite un comunicato stampa, il Centro Studi “Don Riccardo Zingaro” Onlus, centro di documentazione, ricerca e studi per la fondazione “Don Riccardo Zingaro” informa che “con rammarico, il convegno sul tema “La pastorale verso i bambini, i lavoratori e i migranti da Mons. Di Donna a don Riccardo Zingaro”, che aveva come unico intento quello di ricostruire una delle pagine più belle della storia di Andria, è rimandato a data da destinarsi.
Si ringraziano tutti coloro che hanno lavorato per l’organizzazione dell’evento e soprattutto i relatori che hanno dovuto studiare una quantità enorme di fascicoli per descrivere una figura che è nel cuore di tutta la Comunità. Il centro studi Don Riccardo Zingaro chiede scusa per il disguido”.
Obiettivo raggiunto per Griner (Pd) e Colasuonno (L’Alternativa):
“Due giorni fa abbiamo elencato tutte le ragioni per cui ci sembrava inopportuno che un convegno dedicato a bambini, lavoratori e migranti, vedesse come promotore l’ex sindaco Giorgino, che proprio su quelle categorie ha fatto pesare le sue disastrose azioni di governo della città.
In seguito è sorta la questione del patrocinio del Comune di Andria, una questione torbida e mai del tutto chiarita, per cui la dicitura e il logo erano riportati sulla locandina dell’evento, ma non risultavano autorizzazioni ufficiali concesse dall’ente.
Evidentemente le nostre ragioni e il sommarsi ad esse delle fosche questioni sopraggiunte, hanno consigliato ai pregiati relatori coinvolti di declinare l’invito. Alla fine il buon senso ha prevalso e ne siamo molto soddisfatti”.
Esulta anche il Coordinamento delle Libere Associazioni Civiche Andriesi:
“Leggiamo sulla stampa che, per non meglio precisati motivi, è stato annullato, perché di ciò si tratta fino a che non se ne conoscerà la nuova eventuale data di svolgimento, il convegno dal titolo: “La pastorale verso i bambini, i lavoratori e i migranti da Mons. Di Donna a don Riccardo Zingaro”. Un evento che avrebbe dovuto avere l’intento nobile di “ricostruire una delle pagine più belle della storia di Andria”, sarebbe stato contaminato da non meglio precisate polemiche le quali, sia mons. Di Donna che don Riccardo Zingaro non avrebbero mai voluto né tollerato.
Le Libere Associazioni Civiche Andriesi, che già si erano espresse attraverso il coordinatore Savino Montaruli due anni fa, intervenendo in modo puntuale su quanto stava accadendo attorno alla figura di don Riccardo, oggi dichiarano: “mentre nella città federiciana, a fine 2016, si gioiva per l’avvenuta intitolazione di “Largo don Riccardo Zingaro, ottenuta grazie all’attivismo ed impegno dell’Associazione Comunità dei Braccianti – sezione “don Riccardo Zingaro”, con il sostegno della presidenza generale della stessa Comunità, di lì a pochi mesi un’altra iniziativa veniva presentata alla città. Un convegno organizzato dal Centro Studi “Don Riccardo Zingaro” – Onlus (Centro di Documentazione, Ricerca e Studi per la Fondazione “Don Riccardo Zingaro”).
Un’organizzazione che nasceva senza alcun coinvolgimento e senza conoscere quali fossero i principi ispiratori di coloro che si firmavano sulla locandina quale Responsabile Comitato Scientifico del Centro Studi Don Riccardo Zingaro cioè il prof. Vincenzo D’Avanzo, il Direttore ing. Michele Brattoli e addirittura l’avvocato Nicola Giorgino – presidente del Centro Studi, uomo politico e allora sindaco di Andria. Una genesi del Centro Studi che avrebbe richiesto maggior coinvolgimento della cittadinanza e del mondo associativo locale, completamente estromesso da un’iniziativa che avrebbe davvero potuto aggregare attorno alla figura di don Riccardo un momento partecipativo importante che avrebbe potuto addirittura evitare persino quella disgregazione sociale e quel conflitto che hanno poi duramente inciso sulla storia che ha visto protagonista, in negativo, la città di Andria, da allora ad oggi.
Un coinvolgimento pubblico doveroso che non ci fu; una manchevolezza che addirittura in molti, allora, giudicarono irrispettosa verso coloro che amarono don Riccardo in vita, come l’indimenticato Taddeo Albo, storico stretto collaboratore di don Riccardo, e che hanno continuato ad avere sempre lo stesso rispettoso atteggiamento di giudizio verso l’indimenticato, senza scoprirlo solo post mortem, come invece hanno fatto molti altri. “Don Riccardo appartiene alla città”. Con queste parole due anni fa sulla stampa regionale il coordinatore Savino Montaruli invitava ad aggregarsi attorno alla figura di don Riccardo ma ciò non è avvenuto e un altro penoso “affronto” oggi viene reiterato nel nome del don Riccardo di Andria che non ne sarebbe stato per nulla contento”.
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