A pochi giorni dalle elezioni europee del 26 maggio in cui i cittadini italiani saranno chiamati ad eleggere i 73 componenti del Parlamento europeo spettanti al nostro Paese, scoppia un caso del tutto curioso.
Due note distinte, una a firma dell’Associazione politico-culturale “L’Alternativa”, l’altra dell’avv. Laura Di Pilato (Fronte Democratico), denunciano un episodio che, a loro dire, potrebbe avere gravi conseguenze e che riguardano l’ex primo cittadino andriese Nicola Giorgino.
Quest’ultimo, si legge nelle note, avrebbe svolto propaganda politica in istituzioni pubbliche come le scuole in un periodo vietato dalla legge.
Riportiamo integralmente la denuncia de “L’Alternativa”:
“Ci è stato riferito da alcuni presenti che lunedì pomeriggio in una scuola di Andria si è tenuto uno strano collegio docenti. Nello specifico la scuola è l’Istituto Aldo Moro di piazzale Mariano, e pare che a un certo punto mentre si discuteva di programmi, libri di testo, alunni, lì, davanti ai docenti riuniti, sia comparso l’ex sindaco Giorgino.
Sì proprio lui, il sindaco dei debiti. Il sindaco che quando le mamme andarono a trovarlo per protestare contro il caro mensa non solo non diede risposte, non solo non si fece trovare, ma chiuse le porte di Palazzo di Città con un catenaccio. Sembra che ieri, vincendo la naturale riluttanza verso il mondo scolastico, sia stato egli stesso a recarsi nel plesso, previa autorizzazione della dirigente scolastica ovviamente. E a fare cosa?
Dai racconti dei presenti sembra che l’ex sindaco fosse lì per rassicurare gli insegnanti che i progetti avviati sarebbero andati avanti nonostante la sua caduta. Permetteteci di dire che l’episodio suona alquanto surreale. Un ex primo cittadino che casca in un collegio docenti colto da un’improvvisa foga di dare rassicurazioni?!
Qualche domanda sorge spontanea, soprattutto se si tiene conto che la dirigente scolastica dell’istituto in questione risulta essere sorella di un ex assessore della giunta Giorgino. A che titolo la dirigente scolastica ha invitato un politico a parlare in una scuola pubblica, durante un incontro privato (un incontro peraltro di lavoro, fondamentale per il corso didattico) a pochi giorni dal voto?
E se proprio era necessario rassicurare i docenti circa il futuro dei progetti avviati, perché invitare Giorgino che non è più sindaco ed è apertamente in campagna elettorale per la Lega, invece del commissario prefettizio, dott. Tufariello, figura politicamente neutra e nel pieno delle funzioni da primo cittadino? Mettiamo che il dott. Tufariello fosse impegnato: perché non convocare la dott.ssa Porro, sua delegata, o i dirigenti comunali preposti?
Speriamo che qualcuno risponda a queste domande o che smentisca l’accaduto, altrimenti la cosa potrebbe costituire un precedente davvero grave e toccherebbe quantomeno coinvolgere l’ufficio scolastico regionale su quanto successo”.
Anche l’avv. Di Pilato ha evidenziato lo stesso episodio avvenuto nella stessa scuola:
“Un vero e proprio tsunami quello che si sta verificando a pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento Europeo. In base alla normativa (art. 29 comma 6 legge 25/3/1993 n.81), nei trenta giorni antecedenti l’inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della stessa, è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche (ai sensi dell’art. 1 comma 2 del D.lvo 165/2001, per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado) di svolgere attività di propaganda di qualsiasi genere, ancorché inerente alla loro attività istituzionale.
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