La disoccupazione in Italia, specialmente in Puglia, è un fenomeno davvero preoccupante.
Anche se i dati diffusi qualche giorno fa dal “Sole24 Ore” sono confortanti per la nostra regione, infatti parlano di un calo netto di disoccupati dal 2017 (18,9%) al 2018 (16,1%), il lavoro resta ancora la principale sfida da affrontare per il nostro territorio.
Nei giorni scorsi l’azienda Bar.S.A. S.p.A. di Barletta, che si occupa della gestione dei rifiuti cittadina, ha indetto un bando di selezione pubblica, per titoli ed esami, finalizzata alla copertura di 13 posti a tempo pieno e indeterminato, nel profilo di operaio con mansione di operatore ecologico.
Una manna dal cielo per tredici persone che presto otterranno un posto di lavoro tanto agognato.
C’è chi però, dopo aver letto il bando punto per punto, ha espresso tutta la sua rabbia e il suo malcontento circa i requisiti minimi che l’azienda barlettana richiede per partecipare alla selezione.
Riceviamo e pubblichiamo la nota pervenuta in redazione da un cittadino 52enne disoccupato:
“La mia gioia è durata solo qualche minuto. Il tempo di giungere al punto 2 del bando – inizia così lo sfogo di Vincenzo, padre disoccupato con due figlie.
La selezione è rivolta ai candidati di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Sì, è vero. Non credevo ai miei occhi. Dopo qualche riga ero già escluso, un’esclusione che faceva molto male. Mi sentivo inutile per la società“.
Poi continua: “Ho un’esperienza lavorativa ventennale nel campo dell’elettrotecnica, ma da 3 anni sono disoccupato e non riesco a trovare lavoro. Molti, forse troppi, i colloqui e i curriculum che ogni giorno invio ad aziende di tutta Italia. Ma niente.
Forse a 52 anni nel nostro Paese bisogna rassegnarsi, bisogna arrendersi. Poi qualche giorno fa mi riferirono che un’azienda di Barletta aveva indetto un bando per assunzioni come operatore ecologico: non ci pensai due volte a visitare il sito e a ricercare l’inserzione. Non mi interessava il fatto che non fosse il mio campo di appartenenza o fosse un lavoro non adatto alla mia persona. L’unica cosa che sapevo (e che ancora so) è che la mia situazione era drammatica.
Poi l’amara scoperta. Quando anche un ente pubblico applica questo tipo di selezione, non ci resta che morire. A questo punto uccideteci, tanto non serviamo a nulla. Dopo i 50 anni siamo scarti della società” – si conclude in questi termini la denuncia di Vincenzo.
Invitiamo le aziende pubbliche e private a tener conto della situzione sociale ed economica di alcune persone come il nostro lettore, che non vuole vivere di assistenzialismo, ma che non trova neanche nei bandi pubblici la considerazione che meriterebbe.
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