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Attenzione alle cozze greche: contengono il virus dell’epatite A

27 Maggio, 2019 | scritto da Alessandro Liso
Attenzione alle cozze greche: contengono il virus dell’epatite A
Attualità
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Un’altra allerta alimentare sta sconvolgendo il mercato italiano.

Stavolta il settore interessato è quello ittico: è infatti delle ultime ore l’allarme lanciato dal Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, per la possibile presenza del pericoloso virus dell’epatite A nelle cozze vive greche.
Non sono ancora stati resi noti i lotti dei prodotti contagiati, venduti non solo nei supermercati ma anche in pescherie e mercati italiani.

Ad allertare le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei ed esteri circa la presenza di salmonella è stata proprio l’Italia che ha prontamente avvisato le autorità sanitarie dell’Ue. Il Rasff invita i consumatori a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive provenienti dalla Grecia, senza prima sottoporle ai dovuti controlli del Servizio igiene degli alimenti e nutrizione delle Asl locali.

La cozza o mitilo, infatti, è ricettacolo di batteri e/o virus molto pericolosi in quanto filtra, attraverso le sue branchie, una gran quantità di acqua trattenendone particelle e microorganismi in essa sospesi. Per la sua capacità di filtraggio potrebbe depurare fino a 1000 litri di acqua al giorno.
Di conseguenza, le cozze se provengono da acque non perfettamente pulite, possono essere fonte di contaminazione batterica. E’ sconsigliabile quindi l’uso invalso di mangiarli crudi, conditi con succo di limone.
La credenza poi, che il limone spruzzato sul mollusco uccida i batteri, è assolutamente infondata, dato che per eliminare tutti i batteri impiegherebbe diverse ore, o addirittura giorni.

Solo con l’abbattimento e la cottura i batteri vengono inibiti e si evitano spiacevoli disturbi intestinali.
Ricordiamo che i primissimi sintomi di un’infezione da epatite A sono in genere stanchezza, inappetenza, febbre e nausea. In un secondo momento può presentarsi l’ittero, un colorito giallognolo della pelle, delle mucose e delle sclere degli occhi: la causa è un’elevata concentrazione della bilirubina nel sangue ed è il campanello d’allarme di una ridotta funzionalità del fegato.

Il rischio maggiore è che i mitili interessati dal richiamo possano esser commercializzati al di fuori dei canali legali, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori. Mentre i molluschi acquistati esclusivamente attraverso “canali autorizzati all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza, possono essere acquistati in sicurezza”.
Il consiglio è quello di leggere sempre le etichette: devono provenire da un impianto di stabulazione, ovvero essere da allevamento.

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