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Pesce d’Aprile: gli scherzi e le reazioni più divertenti del 2019

4 Aprile, 2019 | scritto da Alessandra Zaccagni
Pesce d’Aprile: gli scherzi e le reazioni più divertenti del 2019
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Come ogni anno il primo giorno d’aprile non può passare inosservato: da tradizione il pesce d’Aprile produce una grande quantità di scherzi e fake news che riescono sempre a sorprendere qualcuno fra i più ingenui o disattenti.

Il 1 Aprile 2019 ha divertito e coinvolto anche numerosi volti noti.

Uno fra tutti, lo scherzo che ha forse destato le polemiche più accese e che ha teso una trappola ben confezionata dalla sua ideatrice è stato quello di Greta Thunberg: la giovane attivista svedese ha pubblicato un tweet in cui si afferma, senza troppi giri di parole

Dopo aver parlato con molti dei nostri leader, mi sono resa conto che hanno la crisi climatica sotto controllo, capiscono l’emergenza e sono pronti ad agire. Quindi ho deciso di smettere di protestare e tornare a scuola per sempre. Non farò più sciopero della scuola il venerdì.

Reazioni divertite, polemiche, perfino grida al complotto di hackeraggio hanno in pochi secondi invaso i commenti al tweet della 16enne.

Reazioni al tweet di Greta Thunberg

Eclatante il caso di Genova: nel capoluogo ligure sono comparse, nella notte fra il 31.03 ed il 1.04, decine di manifesti in cui è dichiarata a chiare lettere la concessione del reddito di cittadinanza estesa a tutti i cittadini, “indipendentemente dai coefficienti Isee.

Corredato dal logo del Ministero dell’economia e delle finanze, il manifesto presentava però delle incongruenze volute dagli ideatori: non è infatti firmato dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria, ma da un certo Umberto Curti. E cosa dire del cognome del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio cambiato in “de Majo“? Infine, il terzo, inconfutabile indizio che conferma la natura scherzosa del manifesto: il codice di protocollo dell’avviso è “APRL FSH.”

E se gli scherzi sono apparsi, a taluni, divertenti, le reazioni lo sono state ancor di più.

Molte infatti sono state le reazioni nei confronti di un articolo pubblicato dalla nostra redazione in merito alla chiusura del nostro giornale per mancanza di finanziamenti provenienti dalle pubblicità: telefonate in redazione per chiederci spiegazioni sul perché di questa scelta, forse un po’ affrettata, una soluzione prima o poi sarebbe spuntata fuori.

Fortunatamente, il nostro giornale gode di ottima salute, ma gli scherzi del 1.04 hanno segnalato un dato molto importante: il 45% dei fruitori delle notizie via web, si tratti di articoli, tweet o semplici post, non compie un fact-checking di quanto sta leggendo.

In altre parole, ci si limita alla lettura del titolo dell’articolo, o ci si ferma alla prima interpretazione di quanto scritto nel tweet o nel post, lasciandosi così trasportare in un circolo vizioso dal quale diventa poi difficile uscire. L’inconveniente più sgradevole diventa però la viralità di questi contenuti web che, se innescata, può produrre effetti di distorsione della realtà non facilmente disinnescabili.

Ma per il pesce d’Aprile tutto ci è concesso! (O quasi!)

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