La bellezza delle donne, il messaggio di pace che coinvolge e stravolge i canoni dell’informazione a livello mondiale, fino a creare ponti e abbattere muri. Grande successo per l’apertura del Terzo Forum delle Giornaliste del Mediterraneo che quest’anno si fa in quattro con una due giorni ospitata a Bari e un’altra a Lecce.
La forma di giornalismo “embedded”, nata nel 2003, ha un limite: permette al giornalista di raccontare la guerra dal punto di vista del soldato. Offre, però, alcuni vantaggi, fra cui la sicurezza. Non si deve dimenticare che la che guerra è cambiata, non si combatte più con eserciti convenzionali. Ora i giornalisti sono obiettivi per le truppe nemiche, soprattutto in certi conflitti che non hanno un teatro preciso, definito. Il giornalista che opera in zone di guerra deve svolgere il suo lavoro, affrontando difficoltà di spostamento e la gestione del tempo, la difficoltà di recuperare notizie e la difficoltà nel verificare le fonti, stando attendo alla propria incolumità e cercando di non mettere in difficoltà e di non compromettere l’esito di operazioni militari. Il rapporto fra giornalista e Forze Armate si basa, infatti, sulla conoscenza che gli interessi dei due attori sono diversi.
Questo il messaggio giunto da Rosaria Talarico, freelance in riserva selezionata, fondatrice Associazione giornalismo investigativo e da Linda Dorigo, fotoreporter free lance, collegata telefonicamente col Forum mentre era in partenza per le aree di crisi dove lavora abitualmente da inviata.
Alle giornaliste ospiti, inviate di pace, è stato e sarà donato uno scatto straordinario del fotoreporter sociale Marcello Carrozzo, in grado di catturare momenti di speranza di grande impatto emotivo (cfr foto allegate).
E ancora, la persecuzione sistematica delle minoranze musulmane è in aumento in Myanmar (l’ex Birmania), dove le violenze hanno indotto alla fuga quasi 90.000 Rohingya di religione mussulmana, provenienti dal Bangladesh, argomento delicatissimo affrontato con Shahida Tulaganova, reporter e documentarista Uzbeka di stanza a Londra.
È dedicata al tema #Unwalling #Europe, ovvero S-murare l’Europa, la terza edizione del Forum, che guarda ai migranti, ai rifugiati e alle mille metamorfosi delle mafie in tutto il modo, e porta avanti la missione di verità per i colleghi giornalisti uccisi nell’espletamento del loro dovere d’informare.
Le relatrici offrono un contributo di qualità sul modo di raccontare la realtà attraverso lo sguardo femminile, narrando la loro “guerra” personale per affermare il diritto a raccontare la lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi. Al Forum, ideato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni e organizzato con l’associazione “Gi.U.Li.A. giornaliste unite libere autonome”, le giornaliste pugliesi dialogheranno con le colleghe delle testate nazionali e internazionali in una lunga maratona che si concluderà il domenica 25 novembre, con l’intento di testimoniare il ripudio per ogni forma di violenza contro le donne.
E ancora, le migrazioni che assumono un ruolo sempre più rilevante sia nel contesto geopolitico globale, sia nella politica interna dei Paesi. Il Vecchio mondo, Europa e USA, e devono fare i conti con un flusso e un meticciarsi inarrestabile: di idee di persone di culture di economie di mondi. Raccontare il Mediterraneo diventa l’occasione per assistere in presa diretta alla trasformazione in atto con Valeria Ferrante, freelance,Rai Tre, Mediaset
e in collegamento telefonico con Angela Caponnetto, RaiNews24
Infine, S/murare il Mediterraneo. Quando ricerca e giornalismo s’incrociano, in collaborazione con il gruppo di ricerca S/murare il Mediterraneo dell’Università di Bari.
Quattordici in tutto panel di discussione, con:
Anche il Forum con Unesco è #Unibaplasticfree. Il Forum of Mediterranean women journalists e Idea dinamica con il Centro di Eccellenza di Ateneo per la Sostenibilità presieduto da Elvira Tarsitano aderiscono alla settimana di Unesco, per un mondo senza plastica.
Sito web Forum of Mediterranean Women Journalist
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