LA TERRIBILE TESTIMONIANZA DI UN INFERMIERE DEL 118 VITTIMA DELL’EPISODIO DI VIOLENZA
Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione di Trani, hanno arrestato T.M., 23enne, per resistenza, violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e interruzione di pubblico servizio.
In una piazza della città, nel corso di una discussione tra T.M. e suo padre, quest’ultimo aveva accusato un malore, accasciandosi al suolo.
Immediatamente il figlio richiedeva telefonicamente l’intervento dei sanitari del 118, i quali, giunti sul posto, dopo aver prestato i primi soccorsi e constatato che il paziente era vigile e cosciente, venivano aggrediti dal 23enne, riportando lievi lesioni, poiché, a dire dell’aggressore, avevano impiegato troppo tempo per intervenire.
Nonostante ciò, i soccorritori riuscivano a far salire il paziente in ambulanza, giungendo al pronto soccorso, dove, T.M., in preda alla rabbia, cercava di inseguire i sanitari fin dentro i locali per aggredirli nuovamente. Fortunatamente, all’ingresso dell’ospedale, vi era una pattuglia della locale Stazione Carabinieri, giunta da poco per altri motivi di servizio. I militari, richiamati dalle richieste di aiuto da parte del medico, si interponevano tra l’aggressore ed il medico, diventando a loro volta oggetto di calci e pugni, tant’è che anche i militari subivano alcune lievi ferite.
A tal proposito l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Barletta-Andria-Trani esprime in una nota la propria solidarietà e nello stesso tempo chiede attenzione alle istituzioni regionali e territoriali come la ASL per questi episodi di violenza a danno degli operatori sanitari, diventati ormai una vera e propria emergenza nazionale, riportando la testimonianza di uno dei sanitari aggrediti:
“Allertati alle 06.00 circa per un codice rosso a Trani in piazza Longobardi all’interno di un locale, al nostro arrivo senza motivazione alcuna veniamo aggrediti fisicamente e verbalmente dagli astanti che in seguito si identificano come parenti.
Non riusciamo nemmeno ad avvicinarci al paziente perché in una frazione di secondo un ragazzo visibilmente agitato e alterato scaraventa me fuori dal locale facendomi cadere a terra, buttandomi addosso all’infermiera che mi seguiva. Rialzandomi cerco i miei compagni per poterci mettere in sicurezza ma erano già all’interno del locale. Contatto prontamente la Centrale Operativa di Bari per chiedere immediato soccorso da parte delle forze dell’ordine, ritento di entrare per sedare animi e soccorrere il paziente ma l’estrema situazione di pericolo costringe me e l’infermiera a rifugiarci in ambulanza.
Ricontatto la Centrale Operativa di Bari che nonostante invocassi aiuto non mi rassicura all’arrivo dei soccorsi. Il nostro autista e il nostro soccorritore sono all’interno del locale in preda alla confusione che regna, in preda all’ira del ragazzo che dice di essere il figlio del paziente e in preda alle urla della figlia dello stesso che ci accusa del ritardo nel soccorso. Non so come riescono i nostri colleghi autista e soccorritore ad uscire dal locale dopo essere stati strattonati e aggrediti fisicamente e con loro il paziente sulle proprie gambe.
Viene portato in ambulanza dal figlio credo, che continua insieme al padre ad inveire contro il mio autista. Riusciamo ad allontanarci con il mezzo diretti al pronto soccorso di Trani chiedendo, invocando ancora la Centrale Operativa all’invio di pattuglie di polizia o carabinieri, anzi comunico alla Centrale Operativa che sto rientrando con un codice 5. Giunti in pronto soccorso incrociamo casualmente una pattuglia di Carabinieri che si trovava lì per altro intervento. Li invito caldamente a non allontanarsi spiegando che siamo in pericolo e che siamo stati aggrediti tanto che da lì a poco arriva il figlio del paziente che inveisce e si scontra verbalmente con i carabinieri stessi. Consegnamo il paziente al collega di pronto soccorso senza poter dare notizia alcuna sul suo stato essendoci stata impedita la visita e la valutazione clinica del caso. Ci allontaniamo dal pronto soccorso rifugiandoci letteralmente nelle nostre stanze e in accordo con la Centrale Operativa dichiariamo non operativa la postazione di Trani per poterci permettere di farci visitare e refertare dai colleghi di pronto soccorso per le aggressioni subite. Mai in 14 anni ho avvertito così tanto la sensazione di pericolo di terrore e forse di morte”.
L’O.P.I. invita la direzione strategica della Asl Bat a reagire con decisione a questo ennesimo episodio che poteva avere una evoluzione infausta. Gli operatori sanitari con grande spirito di abnegazione consapevoli delle difficoltà operative a cui sono sottoposti, non sono più disposti ad ulteriori sacrifici.
Pertanto invitiamo la stessa Asl a vigilare sul fenomeno coinvolgendo gli operatori sanitari più esposti al rischio in percorsi di formazione specifici e attraverso una campagna di comunicazione informativa rivolta ai cittadini, anche sul corretto utilizzo del servizio di emergenza urgenza 118 e degli altri servizi sanitari alternativi offerti dalla Asl. L’Ordine degli infermieri della Bat, dopo la bocciatura sul riconoscimento dell’indennità dell’articolo 44 del CCNL del comparto sanità per gli infermieri centodicciottisti pugliesi, da parte del Consiglio regionale della Puglia e del governatore Michele Emiliano invita a rivalutare tale posizione riconoscendo e valorizzando i professionisti dell’emergenza urgenza, così come avvenuto in altre regioni. Una posizione quella di Emiliano che diverge da altre realtà Regionali e accordi decentrati che hanno invece legittimamente riconosciuto l’indennità in base all’art.4, comma 2, I° paragrafo, del CCNL del 7.4.1999 del Comparto Sanità che consente, nell’ambito della contrattazione collettiva integrativa, di prevedere “i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi, programmi e progetti di incremento della produttività e di miglioramento della qualità del servizio, con la definizione di criteri generali delle metodologie di valutazione e di ripartizione delle risorse del fondo di cui all’art. 38 comma 3..”. Vorremmo ricordare al presidente Emiliano che mentre presidiava il 5 ottobre c.m. la seconda riunione del Consiglio Sanitario Regionale sul tema della violenza contro i medici (con la presenza dei soli medici), precludendo la partecipazione degli Infermieri e di altre professioni sanitarie, altri operatori sanitari venivano coinvolti in episodi di violenza. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Bat nella sua funzione di Ente pubblico sussidiario dello Stato, avendo come riferimento la salvaguardia della salute dei cittadini e quindi degli infermieri, si propone come interlocutore privilegiato con gli organi regionali affinchè venga pienamente valorizzato il lavoro degli infermieri operanti nel sistema 118 pugliese, tutelato nella sicurezza.
Send this to a friend