La storia ce l’aveva già in mente e per urgenza di riportarla ha scritto un romanzo e non un film come è nella sua natura di regista.
Paolo Genovese, a Trani, ha presentato il suo ultimo libro “Il primo giorno della mia vita”. Una storia di rinascita, di rivincita, dice il regista
“Vengo da due film tosti che parlano del lato oscuro delle persone, pertanto avevo voglia di controbilanciare con una storia di riscatto”
Poi Genovese si sofferma sulla trama del romanzo: quattro persone che pensano di aver toccato il fondo. Un giorno incontrano un uomo misterioso, una sorta di angelo che li tende la mano. L’uomo propone loro un patto: una settimana, di tempo per farli rinnamorare della vita.
Un romanzo nel complesso felice, anche se parte con persone che sono giunte al capolinea. Persone per cui sembra essere arrivato “l’ultimo giorno della loro vita” e in realtà per molti di loro potrebbe essere “il primo di una nuova vita”
Un messaggio molto importante in un momento difficile per la società.
“Certo. Trovo che in questo momento un libro, una storia sul bisogno di essere salvati, il bisogno che qualcuno ci tenda una mano è un messaggio molto forte”.
Il romanzo è alla quinta ristampa e il successo sta nel fatto che il messaggio è a forte immedesimazione
E più facile riportare una storia con le immagini o scrivere?
“Scrivere è molto complicato. In un film hai gli attori che interpretano le tue parole, hai la musica, la fotografia, le inquadrature sui quali ti puoi appoggiare. Quando scrivi, invece, hai soltanto la penna e devi far sentire la musica, gli odori, i sapori, il tono di voce. E’ molto complesso”.
L’evento è stato organizzato dal circolo Corte Sveva in collaborazione con il Circolo Dino Risi di Trani e la LILT Sezione Provinciale BAT.
VIDEOINTERVISTA – Paolo Genovese, regista e scrittore
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