Il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli, è venuto a trovarci in redazione per spiegare ai nostri utenti le ragioni che lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni.
“Questa volta, dice ai nostri microfoni, le dimissioni sono irrevocabili”, alludendo alla scorsa volta quando, nei 20 giorni di ripensamento, decise di tornare a Palazzo di città per il bene di Corato.
Il suo mandato, dunque termina prima della scadenza naturale, prevista per il prossimo mese di maggio.
Nelle parole del sindaco c’è rammarico, specie perché a tradirlo sono stati i suoi amici, prima ancora di essere componenti della maggioranza.
Non nasconde nemmeno l’attrito esistente tra lui e il senatore Luigi Perrone, ex sindaco di Corato, di cui Mazzilli è stato uomo fedele, in quanto, per due legislature, ha ricoperto l’incarico di assessore della giunta Perrone.
Il 4 settembre Forza Italia e Noi con l’Italia hanno preso le distanze dal sindaco Mazzilli sfociate, poi, nelle dimissioni del presidente dell’assise, Pomodoro,avvenute il 17 settembre.
Distanze prese anche a dicembre scorso con una mozione di sfiducia da parte di 11 consiglieri comunali e le dimissioni del sindaco Mazzilli, poi rientrate.
La situazione sembrava essersi risolta con un rimpasto in giunta, ma in realtà qualcosa continuava a covare, anche se il sindaco dichiara che “le due situazioni sono completamente diverse”.
Non rinnega l’opportunità che gli ha dato il sen. Perrone di essere assessore per 10 anni, più come tecnico che come espressione di partito.
“Per questo lo ringrazierò sempre al di là di come si sono evoluti i rapporti. E’ stato con me, assessore per nomina condivisa. Ho subito gravissime accuse e insinuazioni come marionetta, pupazzo. Io sono stato autonomo ma non per questo irriconoscente. Sono stato corretto con tutti quanti senza tradimenti o passaggi di casacche. La mia candidatura è stata chiara da subito con una lista civica perchè ero candidato di coalizione.
Forse si aspettavano un dialogo privilegiato ed esclusivo che non c’è stato, ma io dovevo fare il sindaco e dovevo tenere una coalizione”.
Conferma che i rapporti con il senatore oggi sono molto diversi rispetto a prima. “Non ci sentiamo più come prima perchè non condividiamo l’un dell’altro determinati percorsi”.
Dimissioni irrevocabili?
“Io ho un difetto, la coerenza e la chiarezza, risponde. Lascio una città che cammina con le sue gambe e la gente ha bisogno di chiarezza e non di inciuci. Le dimissioni devono essere ritenute non revocabili. Quindi non sono revocabili. La questione finisce il 10 ottobre”.
E’ dispiaciuto per come è andata?
Dal punto di vista amministrativo, più di così non si poteva fare. Dove sono fortemente amareggiato è proprio dal punto di vista umano. La rottura è avvenuta all’interno di quel gruppo di persone che consideravo amici più che espressioni politiche perchè abbiamo condiviso 15 anni, e forse più, di politica per la città e devo ringraziare per le opportunità che mi sono state date, compresa la candidatura a sindaco e l’elezione. Dal punto di vista umano sono molto, molto amareggiato. I rapporti umani prima di tutto, poi viene tutto il resto
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