Scoppia una nuova guerra civile, Salvini esclude interventi militari italiani e se la prende con la Francia
Almeno 50 morti, questo è il tragico bollettino emerso dopo la mattina di sangue oggi a Tripoli.
Un paese, la Libia, spaccato in due: ad est il governo di Serraj, con sede a Tripoli e riconosciuto dall’ONU; ad ovest la dittatura del maresciallo Haftar, che ha come punto di riferimento la città di Tobruk. Dopo una “pax libica” durata quasi un anno e mezzo, sono ripresi gli scontri, con il maresciallo Haftar che ha lanciato un’offensiva verso est per far cadere il legittimo governo di Serraj, e quindi prendere il controllo di tutto il paese. Spettatrici molto interessate di tutto questo, Italia e Francia.
Il Ministro dell’Interno Salvini ha subito dichiarato che non vi sarà alcun intervento militare da parte dell’italia per sedare la situazione, onde evitare situazioni spiacevoli come quella del 2011 (guerra civile —> caduta di Gheddafi —> crisi migratoria). Dal segretario della Lega, parole al vetriolo anche per la Francia “se ne occupi Parigi, che deve salvare la faccia…”. Furono proprio i transalpini, all’epoca guidati da Sarkozy, a spingere la NATO e l’UE ad intervenire con i carri armati in terra libica, certo mica per la pace, forse per qualche barile di petrolio in più.
Ed è esattamente ciò che probabilmente sta accadendo anche adesso.
Non è un mistero il fatto che l’Eliseo abbia rapporti privilegiati con governo di Tobruk, quello che attualmente ha ripreso le ostilità e che sta cercando di prendere Tripoli.
L’Italia, al contrario, con l’ex Ministro Minniti strinse rapporti più stretti col governo Serraj, riconosciuto dall’ONU, per difendere soprattutto gli interessi dell’ENI (Azienda di Stato) in materia di gas e petrolio.
Probabilmente qualcuno è geloso, ed in nome dell’oro nero sta creando situazioni spiacevoli sulla pelle di alcuni esseri umani (50 morti e 125 feriti solo stamattina). Chi vivrà, vedrà.
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