Sono passati pochi giorni da quando il Sindaco di Andria ha dichiarato lo stato di pre-dissesto finanziario del Comune di Andria, e i primi effetti non si sono fatti attendere.
L’aspetto più drammatico è che questa situazione si sta ripercuotendo indebitamente sulla fascia sociale che dovrebbe essere tra le più tutelate, ovvero i bambini e le loro famiglie.
Secondo la segnalazione di alcuni genitori andriesi, infatti, in seguito alla drammatica situazione delle casse comunali, pare che nelle scuole statali il costo dei buoni pasto è passato da circa €2,50 a €5,00 per bambino (importo relativo alle fasce di reddito più basse).
Mentre gli asili privati della città, hanno incrementato la quota mensile da €70 circa a € 120, senza alcun preavviso e diritto di replica.
Legittima l’indignazione e lo sgomento dei genitori, che ad anno scolastico già inoltrato, si sono visti cambiare le “carte in tavola” senza alcuna possibilità di replica.
“Sono 50 euro in più, che siamo costretti a pagare. Per me che ho due bambini – dichiara un genitore – diventano circa mille euro in più di spesa all’anno! Tra l’altro – continua – ad ottobre è troppo tardi per iscrivere i miei figli ad una scuola statale. Questo atteggiamento del Dirigente scolastico, non mi sembra corretto. E se tutti insieme non pagassimo la quota di ottobre o ritirassimo i nostri figli da scuola?”.
Ma come è possibile che la parte più sensibile della società possa subire un disservizio così paradossale?
E’ giusto che siano i genitori a dover pagare le disfatte comunali?
La soluzione più plausibile, infatti, che è stata fornita alle famiglie è quella di rivolgersi direttamente all’Ente Comunale, rivalendosi su di esso.
In realtà, non dovrebbero essere le scuole stesse a farsi carico di questa class action verso l’Amministrazione comunale?
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