Produzioni biologiche, agriturismo, olivicoltura: settori potenzialmente ancora tutti da scoprire per l’economia regionale e per quella della provincia BAT in particolare.
L’agricoltura resta un settore centrale nell’agenda dello sviluppo economico del nostro territorio, dal quale le istituzioni locali e nazionali non devono mai distogliere sguardo e attenzione.
In tal senso si è svolto il 7 agosto scorso un incontro a Palazzo Madama, promosso rappresentanti regionali e provinciali di Confagricoltura e coordinato dal senatore di Forza Italia Dario Damiani, con il ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio, al quale hanno preso parte anche i sindaci di Andria e Corato Giorgino e Mazzilli e il consigliere regionale Francesco Ventola.
Tema specifico della giornata i danni causati alle colture, soprattutto olivicole, dalle gelate dell’inverno scorso e la necessità di interventi statali.
Una ondata di freddo straordinaria che ha danneggiato circa 90 mila ettari di colture fra Bari e BAT,
per un valore economico perso di produzione olivicola stimato intorno ai 300 milioni di euro e di circa 20 mila posti di lavoro.
Un impatto devastante sul territorio, che richiede un intervento non solo locale ma nazionale, come il Fondo di Solidarietà, con contributi che possano favorire la ripresa produttiva.
Ma l’occasione è stata proficua anche per ribadire la centralità di un comparto come quello agricolo per l’economia del nostro territorio e la necessità di politiche che siano il frutto della volontà congiunta delle istituzioni pubbliche e delle rappresentanze imprenditoriali e sindacali del territorio.
“I dati Svimez certificano per il meridione l’eccellenza di comparti come le produzioni biologiche e le aziende agrituristiche: 861mila ettari al Sud rispetto ai 455mila del Centro-Nord e 29.250 operatori contro il 26mila del Centro-Nord.
Cosa manca, dunque, affinché la nostra agricoltura sia un reale driver di sviluppo? – commenta il sen. Damiani – Gli studi puntano il dito sulla logistica, sulla carenza di piattaforme di distribuzione, di filiere organizzate e di forme associative, ancora troppo modeste;
ma tanto c’è da fare anche per la valorizzazione dei prodotti tipici, considerato che solo il 33% di essi è registrato con marchio Dop e Igp”.
Altro elemento di debolezza il sistema cooperativo, che fa registrare un fatturato di appena 1,7 milioni di euro annui contro i 10,4 delle cooperative agricole del centro-nord.
“Servono politiche di intervento pubbliche e private innovative e integrate, gestite in sinergia dalle istituzioni centrali e locali.
E’ questo l’impegno che come parlamentare ho il dovere di mantenere nei confronti del territorio e del settore agricolo, che rappresenta le nostre radici e merita la sua grande opportunità di crescita”.
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