Come un fulmine a ciel sereno, in una tranquilla e calda giornata di mezza estate, arriva una delle accuse più pungenti ed offensive degli ultimi anni nei confronti della Puglia e dei pugliesi.
Ciò che aggrava l'”insano gesto”, o meglio le “insane parole”, è il fatto che a proferirle è stato un personaggio illustre, il giornalista e scrittore Vittorio Feltri.
Risale a ieri, 27 luglio, il post pubblicato sul profilo Facebook dell’ex direttore de “Il Giornale”, che mira a redarguire i pugliesi, non dimenticando, però, di appellarli come scansafatiche:
“La Puglia è una regione con un alto tasso di disoccupazione. Mi rivolgo quindi ai pugliesi: invece di stare a casa a grattarvi le palle andate a raccogliere le olive, a lavorare la terra, senza aver bisogno che arrivino dei negri a lavorare per conto vostro”.
L'”illustre” ammonimento, privo di mezzi termini, ha scatenato in poco tempo l’ira e la disapprovazione di migliaia di utenti che hanno commentato il post. Tra i diversi “Vergognati, sei un razzista”, oppure “Inqualificabile”, o meglio “Ignorante, schifoso”, ci sono stati commenti più pacati ma che hanno saputo ben controbattere a tale superbia: “I proprietari terrieri ti mettono in una condizione contrattuale (qualora ci sia il contratto) che è impensabile accettare, in condizioni sovrumane, ma si sa, è meglio scrivere uno stato “acchiappalike” che sapere come stanno realmente le cose!”.
Altri invece non le hanno mandate a dire: “Certo che tu la Puglia non sei neanche degno di nominarla. Le tue parole ti descrivono meglio di ogni insulto possibile”.
Insomma potrebbe essere definita un’uscita sproposita per il noto giornalista che, in effetti, non è nuovo a situazioni come queste. Il suo profilo social, per esempio, pullula di critiche e affermazioni di dubbio gusto rivolte a tutti coloro che non gli vanno a genio e che puntualmente generano sdegno e rabbia.
Stavolta è toccato alla Puglia e ai pugliesi.
Ma per quanto possa essere un uomo intelligente e preparato, stavolta ha “toppato”, alla grande.
di Alessandro Liso
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