“Barletta cinque stelle” e “Attivisti cinque stelle” nella città della Disfida c’erano due gruppi il cui denominatore comune era di certo il Movimento ideato e fondato nell’ottobre del 2009 dal “re” della satira politica Beppe Grillo insieme all’imprenditore del web: il compianto Gianroberto Casaleggio. Ma dei secondi (attivisti) pare se ne senta ancora parlare, invece del primo gruppo non più.
Perché? Cosa è successo al team “Barletta cinque stelle”?
Per dissipare ogni dubbio, abbiamo pertanto deciso di contattare e intervistare l’ex attivista pentastellata Elisabetta Caldarola, una delle più “convinte” fondatrici e sostenitrici del gruppo medesimo, per capire perché subito dopo la scelta di Filannino come candidato sindaco (M5S) per le amministrative dello scorso 10 giugno, sul gruppo “Barletta cinque stelle” è calato il silenzio.
Innanzitutto ringrazio per l’attenzione che ha voluto dedicarci. Dunque “Barletta cinque stelle” ha rappresentato un formidabile contenitore di proposte, denunce, studio e confronto sulle molteplici criticità del territorio. Abbiamo fatto rete, negli anni, con diverse realtà associative cittadine: OAP, ENPA, FORUM SALUTE & AMBIENTE, SPORT INSIEME SUD BARLETTA.. pertanto ci è sembrato naturale proporre una lista allo Staff nazionale del M5S al fine di ottenere l’autorizzazione a concorrere alle elezioni amministrative. Va precisato che prima di sottoporre la lista allo Staff, non avendo alcuna ambizione che non fosse, semplicemente, quella di veicolare nelle istituzioni le istanze dei cittadini, abbiamo lavorato affinchè detta proposta fosse il risultato di un percorso di apertura ad ogni gruppo di cittadinanza attiva che rispettasse i principi del M5S.
Senza dilungarmi con date e passaggi, tutti documentabili, va chiarito che il gruppo che ha ottenuto la certificazione dallo Staff non ha voluto saperne di redigere una lista unitaria, tant’è che pur volendo includere nel loro progetto alcuni attivisti di Barletta cinque stelle, hanno rivendicato il diritto di selezionare; Insomma un atteggiamento che definirei “diversamente inclusivo”. Inutile aggiungere che essendo la lista di Barletta cinque stelle composta da esimi professionisti e cittadini specchiati che avevano offerto per mero spirito di servizio la disponibilità a candidarsi, un invito siffatto è risultato irricevibile.
Ai lettori meno esperti di dinamiche interne al Movimento occorre puntualizzare che nelle precedenti tornate elettorali, allorquando lo Staff ha ricevuto più proposte di lista dallo stesso territorio, per agevolare la conversione culturale insita nel progetto originario del M5S, si procedeva a votazioni on line, oppure si invitava, via mail, all’unione pena l’esclusione di entrambe le liste. In qualche caso, infatti, si arrivava a non concedere affatto l’uso del logo. La ratio che determinava certi processi era finalizzata a perseguire un cambiamento reale, promuovere la cittadinanza attiva, l’inclusività, il senso di comunità, la condivisione delle problematiche, ragion per cui premiare una lista e penalizzarne un’altra non aveva senso. “Le idee prima delle persone”, si diceva. Anche a Monopoli e Bisceglie, città dalle quali sono state inviate due proposte di lista, lo Staff del M5S ha operato come per Barletta, ovvero ignorando totalmente una delle due liste. I motivi? A conoscerli! Del resto il nuovo statuto del M5S attribuisce al Capo politico ampi poteri e di contro non rivela i canali dai quali si attingono informazioni sugli attivisti.
Dunque non avendo ricevuto alcun feed back dal M5S e rilevando altre discrepanze rispetto ai principi originari ai quali si era ispirata l’associazione Barletta cinque stelle, si è deciso per un periodo di stand by.
E’ cambiato moltissimo, perché proponendo la mia candidatura sulla piattaforma Rousseau credevo di partecipare ad una competizione leale, trasparente e basata sulla meritocrazia, ovvero sul gradimento espresso in termini di voti dagli iscritti. Così non è stato, perché alla competizione potevano partecipare, evidentemente, solo perfetti sconosciuti oppure perfetti “amici”. Ebbene io non rientravo in nessuna di queste due categorie essendo un’attivista storica dunque molto conosciuta ed essendo, notoriamente, una persona libera. Per me l’attivismo è una vocazione, anzi qualche cordiale detrattore la definisce “un’ossessione”. E’ che quando sei donna, meridionale e mamma proprio non puoi rimanere indifferente alla mala politica che ha depredato la nostra amata Puglia del migliore capitale umano, costringendoci lontani da casa per un posto di lavoro.
In ragione di questo e del nuovo corso del Partito di Di Maio, ovvero nomine con criteri tutt’altro che trasparenti, propaganda spinta, zero condivisione, dietro front o posizioni ondivaghe rispetto alle battaglie che mi hanno vista impegnata storicamente a livello regionale (TAP, ILVA,Xylella, Meritocrazia) è evidente che ho preso, per coerenza e dignità, quella vera, le distanze.
Per correttezza occorre rimarcare che le amministrative si giocano su interconnessioni di vario genere, si tratta di dinamiche diversissime rispetto alle politiche. Quando poi nella coalizione vincente sono stati candidati persino gli animali d’affezione ospitati in casa, insomma il risultato era piuttosto scontato. Eppure il “miracolo” si poteva compiere, ma non con la lista con “Filannino sindaco” che al netto degli slogan, per le ragioni esposte prima, non rappresentava veramente il nuovo in termini di prassi. In altre parole, quella lista è il frutto di nomine, esattamente come accade nei vecchi Partiti. E l’avvicendamento è cosa ben diversa dal cambiamento.
Il M5S è un fenomeno umano e come tale è perfettibile, ma per quanto mi riguarda è un progetto archiviato, perché la credibilità persa è irrecuperabile. Per me “le stelle da guardare” rimangono i diritti dei cittadini, al netto dei vessilli e degli apparati. Sono solo un’attivista e se è vero che non ho aspirazioni personalistiche, perché mi accontento di vivere dignitosamente del mio lavoro, non posso transigere sul decoro e sul rispetto che pretendo in quanto persona. E’ accaduto che alle politiche in Puglia, circa 100 attivisti siano stati esclusi dalle votazioni on line. Circa un migliaio in tutta Italia. Assurdamente, il vice premier Di Maio, ha giustificato le esclusioni tacciandoci di essere adusi al turpiloquio, istigatori d’odio razziale, imbarazzanti. Argomentazioni quanto meno fantasiose, essendo la sottoscritta una cooperante internazionale per i diritti umani; ho partecipato a progetti di volontariato nei campi profughi in West Bank ai tempi della famigerata operazione militare israeliana “Protective Edge”. Inoltre negli anni ho invitato a Barletta, in occasione di eventi o per recepire le istanze dei cittadini, esimi esponenti del M5S che non mi pare abbiano mai espresso imbarazzi di sorta rispetto alla mia persona.
In cuor mio, so per certo, che la scelta di quell’immobile non può essere scaturita da alcuna contiguità con ambienti malavitosi e malissimo hanno fatto coloro i quali hanno insinuato in tal senso. Conosco personalmente e da anni gli ambienti e i portavoce del M5S barese, mai visto niente e nessuno di men che “pulito”. Dopodichè gli errori ascrivibili al Ministro Bonafede, a mio umile parere, sono gli stessi errori in cui, solitamente, incorrono i politici che “agiscono d’imperio”. Vede, il M5S, rappresentava in primis un metodo di lavoro alternativo che passava da percorsi partecipativi utili a ricercare, con i diretti interessati, le migliori soluzioni alle problematiche. Al netto della passerella alla tendopoli, il Ministro avrebbe dovuto dichiarare lo stato d’emergenza come richiesto dagli operatori di giustizia. Il decreto che, tra l’altro, presenta profili d’incostituzionalità, ha prodotto lo sciopero dell’ ANM ( Associazione nazionale magistrati) e della Camera Penale oltre a danneggiare i giovani penalisti. Senza considerare le preoccupazioni dell’associazione D.I.RE (donne in rete contro la violenza) che ha espresso timori per le donne vittime di violenze e i loro figli. Alla faccia del “nessuno deve rimanere indietro”, ma evidentemente si trattava del solito slogan da campagna elettorale.
Questa sì che è una bella domanda, non fosse altro che coerenza e M5S sono un ossimoro! Cosa mi piacerebbe che mettessero sul tavolo, sia i consiglieri del M5S che l’intera nuova giunta? Le mani, stese sui banchi e ben in vista! Rimanere tutti con le mani “pulite”, libere e praticare la trasparenza; sarebbe già un bel traguardo.
Dora Dibenedetto
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