La Puglia è leader in Italia nella produzione delle ciliegie: circa 500.000 quintali per una superficie coltivata di 14.000 ettari. Turi e Conversano, entrambe in provincia di Bari, sono famosissime per la produzione di una cultivar dal nome “Ferrovia”, apprezzata in tutto il mondo.
La campagna cerasicola pugliese di quest’anno è iniziata molto bene: a fine aprile già i primi stacchi di frutti prelibati e di ottima qualità.
Ricche di vitamine e sali minerali hanno proprietà straordinarie: combattono i radicali liberi e l’invecchiamento cutaneo, sono diuretiche, depurative e favoriscono un buon sonno.
Risultano, però, dannose per le tasche degli abitanti del nord Italia, tanto da prendere l’appellativo di “frutto proibito”. Il motivo? Se per caso ci trovassimo a Milano, in un supermercato nei pressi della stazione centrale, forse desisteremmo dall’acquistare ciliegie.
Qui infatti è facile trovare una vaschetta di ciliegie da mezzo chilo vendute più o meno sui 10 euro, che significa acquistarle a 20 euro al chilo!
La cosa curiosa, però, è che l’azienda da cui arrivano le ciliegie si trova tra Conversano e Rutigliano, paesi dove i grossisti vendono le ciliegie tra 2,30 o 2,50 euro al chilo.
Per di più, coloro che subiscono l’ingiustizia più grave sono gli agricoltori pugliesi: dopo un anno intero di duro lavoro, sotto le intemperie e con tutte le spese che devono affrontare, vengono ricompensati fino ad 1,50 euro al chilo.
Questo modo di fare arricchisce alcuni a discapito di altri, tra questi vi sono appunto gli agricoltori che sono costretti ad abbandonare la coltura cerasicola a causa dei prezzi ciclicamente troppo bassi.
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