“La cronaca bianca non fa notizia”, scriveva don Tonino in “Pietre di scarto”. Eppure quella che stiamo per raccontarvi è la più nitida e fulgida cronaca bianca. Durante i funerali di Mons. Bello, il 20 aprile 1993, l’allora sindaco di Molfetta, la dott.ssa Annalisa Altomare, aveva definito quella avviata dal compianto vescovo “stagione della fioritura”, aggiungendo che don Tonino avrebbe visto i fiori germogliati dalla sua opera “da un’altra parte”. È quello che sta accadendo oggi.
Ore 4:30. È l’ora dei pescatori, dei fornai e… del maestrale. I pescherecci tacciono, i furgoni solitamente impegnati nel trasporto del pesce dopo la vendita all’asta mattutina, immobili. Ad animare il borgo ecco arrivare i primi dei 40.000 pellegrini attesi. C’è odore di santità in queste ore che precedono un evento senza eguali nella nostra Diocesi.
Molfetta attende papa Francesco in arrivo in città “sulle orme di don Tonino”, dopo una tappa ad Alessano. Le strade sono già in fermento dalle ore tre del mattino. Le forze dell’ordine e i duecento volontari incaricati di tale compito presiedono i dieci varchi all’interno della città, che, già affollati, consentono il passaggio alla zona rossa. Esaminano i pass esibiti dai fedeli accreditati, li accompagnano alla zona loro assegnata; fungono da filtro per regolare e ordinare l’afflusso di molfettesi e forestieri giunti per l’occasione. Anche le postazioni di Pronto soccorso sono attive. Persino il simulacro della Madonna dei Martiri, sull’altare di questo millennio, sembra partecipe di tale fervore. Nei volti si leggono l’attesa, il desiderio di incrociare anche solo per un istante lo sguardo del Santo Padre, la consapevolezza di un momento storico per la diocesi, in particolare per il comune di Molfetta, e la sua popolazione.
Efficace appare sin dalle prime battute il piano di sicurezza, che vede coinvolti e cooperanti l’Amministrazione Comunale assieme a Prefettura, Questura e Gendarmeria Vaticana. La sua tenuta appare solida e non si sono verificati, al momento, episodi che possano destare apprensione.
Tutto procede in un clima festoso, conviviale ma composto, costellato di preghiere silenziose, perché, come ha dichiarato Papa Francesco nell’omelia di sabato 17 marzo 2018, sul Sagrato della Chiesa di San Pio da Pietrelcina (San Giovanni Rotondo), “nel dialogo libero e fiducioso, la preghiera si carica di tutta la vita e la porta davanti a Dio”.
Send this to a friend