Si sta montando la imponente installazione d’arte che a Barletta farà da preludio alla festa della Liberazione del 25 aprile,
proprio al Rivellino del Castello sulle cui mura è posta la lapide che ricorda la Resistenza del presidio militare all’occupazione nazista della città del settembre 1943.
La mostra “Victory of Democracy” di Andrei Molodkin (Boui, North Russia, 1966) prenderà avvio il 24 aprile, alle ore 18.30, contemporaneamente all’apertura del rinnovato “Lapidarium” del Castello con l’esposizione “Il racconto della città”. Immagini di pietra nel museo civico di Barletta”, realizzando così uno stretto legame tra storia e contemporaneità.
Andrei Molodkin ha infatti scelto di collocare “Victory of Democracy” nella grande fortezza pugliese, storica postazione di difesa militare sul mare Adriatico, traendo ispirazione dal contesto storico, artistico e architettonico.
Tra le mura fortificate, risultato di stratificazioni delle diverse dinastie del potere, dall’XI secolo al XVIII secolo, la pietra scolpita nell’antichità riflette un’epoca di cultura straordinaria: il maniero conserva nel lapidarium il busto–ritratto attribuito a Federico II di Svevia in pietra calcarea, risalente al XIII secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo lapideo prima testimonianza del Cristianesimo in città, del periodo compreso tra il III e il IV secolo, e articolate collezioni civiche.
Come controcanto a questo “racconto” di storia, suggellato dal patrimonio artistico della città, i massicci contenitori acrilici di Molodkin raffiguranti “Vittoria” e “Democrazia” inducono a riflettere sulla realtà contemporanea caratterizzata da povertà, guerra e sfruttamento.
L’opera Andrei Molodkin, artista concettuale russo, che si snoderà all’interno del Castello e nei suoi sotterranei, è caratterizzata da una dimensione poetica politico-ideologica;
si serve con uguale intensità di materiali tra loro diversi quali petrolio, inchiostro o sangue, tele di grandi dimensioni realizzate con la penna biro e che riportano slogan o parole i cui caratteri occupano l’intero spazio visivo, il tutto per articolare l’ossessione che determina l’impianto narrativo dell’artista: l’economia come entità significante della costruzione simbolica, economica e culturale occidentale
L’evoluzione stilistica si è spinta su di un versante sempre più concettuale, nella continua ricerca di un dialogo con lo spettatore attraverso l’impatto emozionale suscitato dalle opere.
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