Ha allargato le sue braccia verso di noi in segno di accoglienza, non appena abbiamo varcato la soglia del suo Oratorio “Sant’ Annibale Maria di Francia“, nel quartiere Croci-Camaggio di Andria, in cui da oltre un ventennio Don Riccardo Agresti, il parroco definito “di frontiera” della Chiesa Santa Maria Addolorata alle Croci, svolge ogni giorno la sua missione pastorale a favore degli ultimi o delle persone in difficoltà.
E’ notizia di questi giorni, infatti, un’episodio increscioso e inqualificabile che si è verificato giovedì scorso, a poche ore dalla celebrazione eucaristica della Cena del Signore, durante la quale proprio Don Riccardo ha raccontato ai suoi parrocchiani dell’atto intimidatorio di cui era stato vittima qualche ora prima e verso i quali ha lanciato un appello accorato, chiedendo loro di stargli accanto e non lasciarlo solo.
La risposta, della comunità parrocchiale ma anche dal mondo politico e tutta la cittadinanza andriese, è stata unanime: parole di sostegno al parroco, disprezzo per il vile gesto e incoraggiamento a continuare nella sua missione sociale, una dimostrazione d’affetto e di supporto da parte di coloro che da sempre lo hanno sostenuto.
Superato lo sbigottimento e la preoccupazione dei primi giorni, Don Riccardo ha parlato ai nostri microfoni ricordando quei momenti, sottolineando quanto questi gesti possano rappresentare dei segnali legati a una necessità più profonda di coesione e unione d’intenti tra comunità religiosa, enti, istituzioni e Forze dell’Ordine, istituendo un “patto educativo” volto a garantire maggiore serenità e sicurezza non solo per coloro che lottano quotidianamente contro i disagi, la violenza e l’illegalità che dilagano, ma soprattutto per le famiglie che vivono la paura della sopraffazione.
di Damiana Dorotea Sgaramella
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