Scorrono le immagini delle vittime di mafie di Puglia nell’auditorium dell’istituto tecnico Aldo Moro di Trani. L’Associazione Libera di Trani ha organizzato un incontro con il dott. Giancarlo Caselli presidente onorario di Libera in vista della Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno istituita dall’associazione Libera in onore di tutte le vittime innocenti delle mafie, in programma il 21 marzo a Foggia.
A porgere le domande all’ex magistrato, attualmente presidente del comitato scientifico osservatorio sulla criminalità, sui temi relativi a legalità, sono stati gli studenti dell’ITC A. Moro e del liceo classico “F. De Sanctis”.
Al tavolo dei relatori i referenti di Libera, regionale Mario Dabbico e locale, Michele Gallo, i dirigenti scolastici, Michele Buonvino e Grazia Ruggiero e il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro.
“Dopo l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino, dice Caselli, decido di andare da Torino alla Procura di Palermo. In Sicilia situazione era molto critica, ma riusciamo ad ottenere risultati importanti: 650 ergastoli per mafiosi di un certo peso. Poi le cose iniziarono ad andare a male quando si cominciò a parlare di Andreotti e Dell’Utri.
Mi candido alla guida della Procura nazionale antimafia. Eravamo in due, io e Pietro Grasso, ma stranamente, nel giro di poco, viene approvata una legge che mi impedisce di partecipare. Penso di essere stato l’unico magistrato al mondo ad avere avuto una legge contro la mia persona. La mia colpa fu quella di aver fatto ipotesi mafiose su Andreotti. Per questo non ho potuto fare il procuratore Antimafia.
Di qui il libro “La verità sul processo Andreotti”, agli occhi della gente “assolto” dalll’accusa di associazione con Cosa Nostra ma in realtà colpevole, in quanto l’assoluzione avvenne perchè il reato si era estinto per prescrizione. La Cassazione affermava cose pesantissime ma la prescrizione ha cancellato il reato perchè Andreotti era l’uomo politico più importanti del dopo guerra”.
Passando alla Puglia, Caselli dichiara che nelle organizzazioni della nostra regione non esiste la’affiliazione ma l’appartenenza familiare.
Poi ha commentato il video su Peppino Impastato. “Era un ragazzo forte delle sue idee e con la sua radio derideva la mafia definendola “una montagna di merda”, per questo è stato ucciso. Sono riuscito a riaprire il processo per il suo omicidio e a far condannare il colpevole.
La mafia cambia continuamente come gli conviene per adattarsi meglio alle fasi storiche. Prima cercavano di controllare l’economia del territorio col pizzo, poi, con l’introduzione di denaro sporco l’economia cambia e la mafia diventa “mafia degli affari”.
Riusciremo a sconfiggere la mafia?, chiedono gli studenti.
“Falcone diceva che ‘la mafia è una vicenda umana come tutte le altre. Inizia, si sviluppa e finisce’. Pertanto si può sconfiggere.
Libera nasce come organizzazione della società civile contro l’organizzazione mafiosa. Per questo è importante il coinvolgimento popolare, il manifestare”.
Poi, mentre scorrono le immagini delle vittime di mafia, il giudice Caselli rivolgendosi ai ragazzi dice ammonendoli: “Nessuna morte e inutile non lo pensate mai”.
Il sindaco si è soffermato sui concetti di legalità e rispetto delle regole. Per il referente regionale di Libera, Mario Dabbico “le regole aiutano a giocare il gioco della società civile”.
Infine il referente locale, Michele Gallo, ha evidenziato quanto gli imprenditori tranesi siano stati coraggiosi a dire “NO” al pizzo.
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