Risarcimento di due milioni di euro in favore di famiglia tranese per la morte di giovane di 34 anni causata dalle complicanze di una vaccinazione obbligatoria praticata nel 1972.
Questi i fatti. Nel 1972 il piccolo, di pochi mesi di età, fu sottoposto a vaccinazione obbligatoria antivaiolo. La vaccinazione provocò, si legge nella sentenza, una gravissima forma di encefalite, causando allo sfortunato un danno cerebrale irreparabile e costringendolo per tutta la vita in uno stato di totale invalidità. I suoi genitori, con immensi sacrifici, hanno prestato assistenza quotidiana al figlio per tutta la sua vita, prematuramente terminata per i danni causati dalla vaccinazione.
Perso il figlio, i genitori e le sorelle hanno dunque inteso richiedere il risarcimento del danno causato dalla vaccinazione; in particolare, i legali della famiglia, avvocati Ferdinando Fanelli e Domenico Porcelluzzi, hanno sostenuto che, all’epoca, la vaccinazione fu effettuata in modo sommario, con negligenza e senza le necessarie cautele che, se adottate, avrebbero potuto evitare il danno.
Il Tribunale di Trani ha accolto la richiesta e condannato la ASL BA (quale gestione liquidatoria della ex ASL BA/4) a risarcire con due milioni di euro la famiglia.
Già in vita il giovane aveva goduto dei benefici pensionistici previsti per coloro che subiscono danni da vaccino (legge n.210/1992 e seguenti), ma l’assoluta particolarità della vicenda, spiega l’avv. Fanelli, risiede nel fatto che, in aggiunta a tali benefici, è stato altresì riconosciuto con la sentenza del Tribunale di Trani anche il risarcimento del danno da fatto ingiusto, costituito appunto dal colposo comportamento dei sanitari che, nel lontano 1972, praticarono la vaccinazione con superficialità e senza le dovute cautele e verifiche preliminari sullo stato di salute del piccolo.
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