Con l’aggravante del metodo mafioso, riconosciuto dal Giudice per l’udienza preliminare di quella Procura, Rosa Anna Depalo, il pm di Bari, Giuseppe Maralfa ha formulato le richieste di pena per gli otto imputati alla sbarra per reati di estorsione a Trani.
Queste le pene formulate nel corso del rito abbreviato:
– Pasquale Pignataro, 10 anni e 10mila euro di multa
– Ilir Gishti, 8 anni e 8mila euro
– Nicola Pecorella, 6 anni, 3 mesi e 4000 euro
– Pasquale Percorella, 6 anni, 3 mesi e 4000 euro
– Michele Di Feo, 4 anni, 2 mesi e 4000 euro
– Giuseppe Corda, 4 anni e 4000 euro
– Nicola Petrilli, 2 anni, 8 mesi e 1400 euro
Per il pluripregiudicato, Vito Corda, a capo dell’organizzazione e collaboratore di giustizia dal 5 maggio scorso, è stata chiesta la pena di 4 anni, 8 mesi e 4000 euro.
Gli imputati furono arrestati a febbraio 2017 in due distinte operazioni. Sono accusati di estorsione in concorso, con metodo mafioso ed altri capi di accusa. La banda del pizzo pretendeva, da Commercianti, ristoratori, imprenditori del settore edile, tessile e di estrazione della rinomata pietra tranese, il pagamento di somme di denaro fino a 40.000 euro, minacciando di compiere incendi e danneggiamenti alle rispettive attività, qualora non avessero aderito.
Le parti offese sono in tutto 17, fra imprenditori e cittadini. Nel processo in svolgimento a Bari, il Comune di Trani non è stato ammesso quale parte civile, in quanto la richiesta era stata respinta dal Gup. E’ presente invece nel processo a Trani.
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