Roma – Il docente tranese Luigi Vavalà al convegno sulla scuola

Attualità

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Durante il convegno di Roma, sulla scuola, abbiamo sentito ottime relazioni, critiche e propositive. Eravamo in pochi, però la mia sensazione è buona, perché nonostante le politiche degli ultimi decenni, continua a sporgere una consapevolezza critica non indifferente.Questa sporgenza non deve rimanere però una nicchia di testimonianza, dobbiamo invece riproporla egemone, seppur nel lungo periodo.
La prima mossa penso sia quella di una iniziativa forte per togliere l’attuale legge 107, coinvolgendo più persone, alla Sapienza di Roma, come proposto da Enzo Scandurra. La contingenza politica, pur confusa assai, potrebbe paradossalmente aiutarci, perché da diverse prospettive, quasi tutte le forze politiche vogliono togliere o rivedere radicalmente la suddetta legge 107.
Molti docenti sono stanchi , tagliati fuori da decisioni e dal governo della scuola, avvertono la triste emarginazione dei contenuti e delle conoscenze “disinteressate”, non sopportano la propaganda sulle competenze, l’orgia delle certificazioni, e tante altre cose.
Eppure, qualcosa si comincia a muovere: dobbiamo immediatamente riprendere la proposta della “moratoria” sulla 107, e cominciare a ricostruire una cooperazione efficace tra i docenti. Urge interrogare tutte le discipline e metterle in contatto per la ripresa possibile di un sapere critico, oggi spezzato e parcellizzato, ma non scomparso.
La difficoltà consiste nel riuscire a smontare la gabbia d’acciaio o il “panopticon “ che le classi dirigenti hanno costruito in questi decenni: controllo, continue rendicontazioni, monitoraggi, dominio assoluto del digitale, crisi della lettura, razionalità strumentale in assetto guerriero, subalternità al mondo dell’economia, e soprattutto assenza di visibilità sulle tendenze del mondo contemporaneo.
Propongo di rivederci prima dell’estate, e rifare il punto complessivo sulla situazione.