“Le mille luci di New York” di J.McInerney

Leggo, dunque sono

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“Le mille luci di New York” di J.McInerney

Di lui non conosciamo neanche il nome:parlo del protagonista della storia.Mai, infatti, neanche fino alla fine, l’autore fa in modo che se ne conosca il nome. Si rivolge a lui, raccontandolo, facendo l’uso della seconda persona: tu, proponendo uno stile narrativo sicuramente efficace, oltre che originale.

Considerato un romanzo d’esordio (infatti il libro non è di fresca uscita)”folgorante” dalla critica, questo di McInerney è il romanzo che lo ha fatto assurgere ad icona della letteratura post-minimalista degli anni ottanta.

Abbandonato dalla giovane moglie fotomodella,(è giovanissimo lui stesso) il protagonista si aggira in una New York dalle “mille luci” in cui imperano droghe, violenze, eccessi, celebrità e arrivismo, animato dal dolore per l’amore perduto e da una insoddisfazione viscerale per il suo lavoro presso una importante rivista.

La narrazione procede con un ritmo fluido e la trama, pertanto, scorre, diventando accattivante per la sottile ironia che la pervade e per l’intimità dei sentimenti (soprattutto verso la fine della storia) che non possono che commuovere il lettore.

Che dire? niente intrecci complessi, niente di superfluo in queste 153 pagine di scrittura pura!

Francesca Griner