Tra le finaliste c’era anche Bitonto, ma a spuntarla è stata la città di Parma che sarà capitale italiana della cultura per il 2020. La designazione è giunta dalla Giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, la vincitrice è stata annunciata dal ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini. Le altre città che concorrevano erano Agrigento, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
Inizialmente erano 46 le città che hanno risposto al bando dello scorso maggio. Dopo un’attenta scrematura la short list è stata ridotta a 21 città. Tra queste c’era anche la candidatura di Bitonto nel barese. Il sindaco, Michele Abbaticchio ha garantito che “il progetto presentato alla giuria sarà realizzato”.
Per il 2018 la capitale italiana della cultura è Palermo. L’anno prossimo, invece, non è stata designata nessuna città perché Matera sarà già capitale europea della cultura.
La città di Parma, scelta all’unanimità dalla Commissione ministeriale, riceverà un contributo statale di un milione di euro per la realizzazione del progetto
Parma capitale italiana della cultura 2020.
La motivazione
«Esempio virtuoso e di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale». Così recita la motivazione della giuria. «I punti di forza» del programma presentato, «La cultura batte il tempo», sono «in particolare la capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto, infatti, enfatizza un forte, attivo, coinvolgimento dei privati e delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell’università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare». Ma anche «la presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, integrazione sociale e produzioni cultuali con riferimento esplicito all’attivazione di distretti; un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con una esplicita attenzione ai giovani, all’integrazione tra discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale; e una forte capacità di infrastrutturazione culturale e di gestione dei sistemi di accoglienza e gestione della attrattività in vista della sostenibilità complessiva».
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