In merito all’articolo pubblicato su Batmagazine il 16 febbraio 2018 dal titolo “Margherita di Savoia – Sigilli all’impacchettatrice: il sindaco è dalla parte dei lavoratori” (https://www.batmagazine.it/news/2018/02/16/margherita-di-savoia-sigilli-allimpacchettatrice-il-sindaco-e-dalla-parte-dei-lavoratori/?preview_id=49880&preview_nonce=6933af0ffd&_thumbnail_id=49881&preview=true), pubblichiamo le precisazioni di Nicola Stasi, progettista e realizzatore dell’impianto messo sotto sequestro, giunte in redazione.
“L’impianto è stato realizzato negli anni 1990, ed è normale che un macchinario che lavora sale sia molto corrosivo e necessiti di manutenzione ed aggiornamenti costanti. Per sopperire alle emissioni di polveri in atmosfera gli essiccatoi hanno bisogno di filtri che probabilmente sono stai tolti per sopperire alle eccessive rumorosità oltre i 70 dec. Le ventole degli essiccatoi devono essere coibentate, per le acque reflue, invece, non sussiste alcun problema dal momento che sono solo acque salmastre non inquinanti. Pertanto non vedo grosse problematiche per realizzare tutti gli interventi necessari affinché l’impianto possa rientrare nei limiti consentiti.
Probabilmente L’ARPA è stata costretta a chiedere la chiusura dell’impianto in quanto ha verificato lo stato di invecchiamento degli essiccatoi, dovuto alla mancanza di manutenzione valida da parte di tecnici specializzati e di ricambistica idonea dovuta a costi economici che la società non vuole accollarsi. Pertanto questi sono i risultati. Ciò non accadeva quando gli impianti venivano gestiti da tecnici dei Monopoli. Per fare in modo che l’impianto possa riprende a lavorare con urgenza, considerato che ci sono 4 essiccatoi, 4 vibrovali, basta mettere in manutenzione una sola linea di forni e vibrovagli, e nel giro di 15 giorni si elimineranno le criticità e si potrà iniziare a lavorare a ritmo ridotto a 24 ore. Nel frattempo potranno essere effettuate le manutenzioni alle altre linee. Basta capacità tecnica, conoscenza degli impianti e soldi da investire, cose non fatta in tanti anni”.
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