Due mesi senza risposte: è il tempo trascorso, senza esito, dalla richiesta presentata dal sindaco Paolo Marrano al responsabile del Sisp dell’Asl Distretto I di Margherita di Savoia e al Dipartimento Arpa Puglia, di verificare un presunto inquinamento ambientale dell’impianto di essicazione sali in concessione ad Atisale in zona Erba dei Cavallari. E’ stato il sindaco ad evidenziarlo nel corso della sue comunicazioni in occasione dell’ultimo consiglio comunale. Una puntualizzazione necessaria anche per rispondere alle interpellanze di alcuni consiglieri d’opposizione che avevano sollevato preoccupazione per altre presunte emergenze ambientali (come l’abbandono di materiale eternit in alcune zone periferiche della città).
“Ringrazio i consiglieri che hanno segnalato queste situazioni, ma mi chiedo – ha commentato il sindaco – come mai nessuno muova dito per quanto viene denunciato dai cittadini che risiedono nella zona Erba dei Cavallari, nel quartiere che si sviluppa a partire da via Canne in direzione Barletta. Personalmente – ha ricordato Paolo Marrano in consiglio comunale – ho presentato una richiesta di verifica dello stato di presunto inquinamento ambientale dell’impianto presente in quella zona in concessione ad Atisale, senza ancora ricevere risposta alcuna dai soggetti interpellati”. Sono passati più di due mesi dalla data in cui è stata protocollata la richiesta, nella quale il sindaco, anche a seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini residenti in quella zona, porta all’attenzione dell’Asl e dell’Arpa Puglia una situazione di aree esterne in cattivo stato di manutenzione, prive di pavimentazione di tipo industriale, con presenza di acqua stagnante, su cui risultato depositati mezzi e materiali abbandonati.
“E’ un contesto degradato poco compatibile con il quartiere residenziale presente in quella zona” commenta il sindaco. Che nella sua richiesta di verifica punta il dito sullo strato di polvere di sale che si deposita su facciate e balconi delle abitazioni presenti in quella zona, provocando fenomeni corrosivi, ma anche sintomatologie allergiche. “Non sappiamo se questo inconveniente igienico-sanitario derivi dall’impianto in questione, ma il sospetto appare fondato, così come fondata appare l’ipotesi di un potenziale danno e oggettivo pericolo per la salute pubblica”.
Da quella richiesta di verifica, datata 19 ottobre 2017, sono trascorsi più di due mesi senza risposta: “Mi fa specie che sulle altre questioni ambientali i consiglieri di opposizione siano stati solerti, mentre in questo caso nessuno si sia mosso. E anche la mia denuncia, stranamente, sia ancora rimasta disattesa” chiosa il sindaco.
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