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Andria – Guardie campestri, Zinni: “Il denunciante non è nostro associato”. Imprenditore derubato: “Mi giungono pagamenti anche non essendo associato?”

17 Gennaio, 2018 | scritto da Alessandro Liso
Andria – Guardie campestri, Zinni: “Il denunciante non è nostro associato”. Imprenditore derubato: “Mi giungono pagamenti anche non essendo associato?”
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Non accenna a placarsi la polemica circa l’ingente furto di olive perpetrato ai danni di un imprenditore agricolo andriese in zona “Lama di Carro” ad Andria.

Un duro botta e risposta che nelle ultime ore è letteralmente divampato. Ieri, 16 gennaio, infatti, ci è giunta prontamente la risposta, attraverso una nota, del Presidente del Consorzio Autonomo delle Guardie Campestri di Andria, Natale Zinni, in merito al duro attacco sferrato nei confronti del Consorzio stesso da parte del proprio associato.

“Ho appreso quest’oggi un comunicato stampa indicato in oggetto nel quale è stato evidenziato il furto di olive di circa 50 q.li in contrada “Lama di Carro” in danno di un associato di questo Consorzio.
Mi corre il dovere di evidenziare al denunziante che il Consorzio Guardie Campestri di Andria non esplica attività di carattere pubblico in quanto è un’associazione di agricoltori e pertanto provvede a vigilare le proprietà rurali dei consorziati in “regola con i pagamenti delle quote associative”, contrariamente a quanto evidenziato dal denunziante che non ha mai visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre durante l’attuale campagna olivicola.

Vi è di più: le continue e sistematiche operazioni di servizio che svolgono le guardie campestri, sottoposte a lavoro stressante, e con tutti i risultati positivi raggiunti finora, (sequestri di auto contenenti olive rubate, arresti, rinvenimenti di sacchi di olive rubate, denunce di predatori di olive, etc), hanno dato adito ad avere “elogi ed encomi” da parte degli aderenti al Consorzio, di cui mi pregio di rappresentare;
il denunziante, inoltre, è moroso nei confronti del Consorzio di quote associative consistenti e i vari inviti rivoltegli al fine di regolarizzare la sua posizione debitoria, sono risultati vani.
Pertanto, il servizio di vigilanza nei confronti del suddetto denunziante, è da tempo sospeso“, ha quindi concluso il Presidente Zinni.

Non si è fatta attendere, quindi, la controrisposta di Giuseppe Policastro, imprenditore agricolo in questione, atta a confutare la tesi di Zinni.
“Bisogna puntualizzare un aspetto imprescindibile: diversi anni fa ho personalmente fatto disdetta del contratto che mi legava al Consorzio. Il motivo? Lo stesso. Venivo continuamente derubato nell’indifferenza totale: negli anni mi hanno sottratto di tutto.
A quanto pare, però, la mia lettera non è stata presa in considerazione: continuavano imperterrite a giungermi cartelle di pagamento. Così ho deciso di non considerarle più e di andare avanti per la mia strada.
L’ultima cartella di pagamento, anche per l’anno 2018, è stata per me una sorta di provocazione: oltre il danno, la beffa.
Il servizio di vigilanza nei miei confronti è sospeso? Allora, essendo sospeso, perché continuano a giungermi questi avvisi di pagamento?
Il Consorzio non mi ha mai agevolato, anzi si è servito della società Equitalia per il recupero forzato dei crediti a loro favore. E’ una vergogna!

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