Una vera e propria piaga. Così è sicuramente definibile la stagione olivicola di molti proprietari terrieri, agricoltori ed imprenditori agricoli, vittime di scorrerie, furti e violazioni continue nei propri campi.
Obiettivo principale dei malviventi? L’oro verde di Puglia, il patrimonio nostrano: le olive.
Negli ultimi mesi, infatti, la cronaca locale non ha parlato d’altro tanto da costringere gli agricoltori ad organizzare delle vere e proprie ronde notturne per tentare di arginare il fenomeno.
Ma nulla. Il fenomeno non ha accennato a placarsi, anzi.
Risale a qualche giorno fa, infatti, la testimonianza di Giuseppe Policastro, imprenditore agricolo andriese, titolare dell’omonima azienda agricola, nonché di diversi appezzamenti terrieri, che ha denunciato alla nostra redazione la violazione subita nella sua proprietà e che ha dell’incredibile.
“Possiedo un terreno agricolo di 1 ettaro e 20 are in zona “Lama di Carro” ad Andria, comprendente 74 alberi di olivo – comincia così la denuncia dell’imprenditore – Dopo aver dedicato i mesi scorsi alla raccolta negli altri campi di mia proprietà sparsi nella zona, qualche giorno fa avevo deciso di spostarmi in quella contrada (distante una decina di chilometri dal centro cittadino) con i miei operai.
Ma la mattina del 12 gennaio ecco l’amara scoperta: 62 alberi dei 74 totali erano stati letteralmente “ripuliti”. Il bottino dei malviventi? Circa 50 quintali di olive. Un danno economico inquantificabile, non solo, gli olivi erano visibilmente danneggiati e vi erano centinaia di olive sparse per terra. Un incubo”.
La minuziosa descrizione di un atterrito Policastro si sposta poi sul ruolo della guardia campestre, la vigilanza che ha il ruolo di sorvegliare le zone rurali del territorio: “Da circa venti giorni sono stato nella zona, ma non ho visto nessun mezzo o veicolo della guardia campestre. Pare che in questi mesi cruciali per la campagna olivicola andriese, risultino inesistenti. Per di più, ogni anno puntualmente mi vengono recapitate dal “Consorzio autonomo guardie campestri di Andria” le quote da versare per i contributi associativi: per il 2018 dovrei versare 4.241,84 euro in “comode” rate da circa 1.000 euro l’una. Oltre il danno la beffa. Nonostante il furto ricevuto con annesso danno economico, io dovrei pagare anche il loro lavoro che in effetti non è stato svolto affatto! E’ una situazione paradossale!”
In effetti lo scorso 15 novembre 2017 si tenne in Prefettura una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nella quale il Prefetto chiedeva “un’intensificazione dell’attività di vigilanza e controllo del territorio, con il concorso dei consorzi delle guardie campestri, per prevenire e contrastare i furti di olive nelle campagne”.
L’imprenditore Policastro conclude la sua testimonianza chiedendosi quindi a che punto siano queste attività e in che punti del territorio siano state adottate visto e considerato il prosieguo del triste fenomeno criminoso ai danni delle attività agricole.
Occorre intervenire, a nostro parere, nei frantoi con relativi controlli sulle olive in entrata e inasprire quindi le sanzioni per chi ritira merce rubata. Se per le istituzioni la sicurezza per le campagne non rappresenta una priorità su tutti i livelli, ad essere saccheggiate oggi sono le olive, ma domani saranno altri prodotti, mezzi agricoli e cavi di rame.
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Il denunziante dovrebbe sapere che sono anni che non paga le quote associative del consorzio e che finora ha accumulato un debito molto consistente nei confronti del consorzio per cui l’attenzione della vigilanza viene fatta non nei confronti dei perenni morosi. Non intendo dilungarmi oltre. Pregherei la direzione di v questa testata di pubblicizzare quanto evidenziato da me, quale presidente del consorzio guardie campestri di Andria.