Il dato politico più eclatante che emerge da queste sedute di Bilancio è certamente che Emiliano non ha più una maggioranza, se mai l’ha avuta. Il fatto che i consiglieri di centrosinistra, grazie al voto segreto, si siano sentiti liberi di bocciare un provvedimento che stanziava 300 mila euro, per una delle leggi spot del governatore come quella sulla (finta) partecipazione, la dice lunga su quanto la maggioranza consideri questa legge inutile e ipocrita specie se immaginata da un governatore che non condivide praticamente nulla delle sue scelte politiche, quasi sempre prese non nell’interesse dei pugliesi ma unicamente per alimentare la sua campagna elettorale perenne. Una campagna elettorale gestita, tra l’altro, all’insegna del “tutti dentro purchè mi portiate voti” che porta ad unico risultato: la totale ingovernabilità e lo stallo per questa Regione che ormai non ha più una guida.
Gli emendamenti del gruppo M5S sono stati tutti orientati a fare l’interesse dei cittadini e purtroppo la maggior parte sono stati bocciati. Siamo lieti di essere riusciti a far stanziare, grazie al nostro pressing e alle nostre proposte, ben 5 milioni di euro per il nostro reddito energetico. E siamo riusciti anche a far approvare due emendamenti a prima firma Barone: lo stanziamento di 100.000€ per finanziare delle borse di studio per neolaureati al fine di permettere uno studio approfondito sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia e degli effetti sul settore delle agromafie, sulla sanità e sulla gestione dei rifiuti; lo stanziamento di 20.000€ per finanziare l’osservatorio della legalità regionale; è passato anche l’emendamento Trevisi che permetterà un monitoraggio ed una verifica costante da parte dell’Ager dei costi di gestione del ciclo dei rifiuti. In ultimo siamo lieti di aver contribuito a garantire più tutele ai medici convenzionati del 118.
Diversa sorte hanno avuto invece tanti altri emendamenti respinti che avrebbero potuto aiutare il territorio e i cittadini, il governo regionale ha infatti bocciato, tra le altre, le proposte di stanziare fondi per far fronte alla carenza d’acqua attraverso l’installazione di autoclavi e impianti di di pressurizzazione idrica nei condomini dove attualmente, tanti cittadini, sono rimasti privi della risorsa idrica primaria.
In tema di sanità bocciati i nostri emendamenti che chiedevano interventi finanziari: per un monitoraggio dei malati oncologici; per l’inserimento dell’infermiere di famiglia e di comunità per permettere di assistere il malato direttamente presso il proprio domicilio per implementare l’assistenza territoriale; per favorire l’accesso dei disabili alle spiagge; per pianificare l’addestramento di cani guida per non vedenti che incredibilmente l’anno scorso la stessa maggioranza aveva invece votato favorevolmente.
Per quanto riguarda la tematica ambientale il governo ha bocciato le nostre richieste di stanziare fondi: per dare ai Comuni penalizzati dalla chiusura di discariche, dei contributi per lo smaltimento dei rifiuti o per mettere in sicurezza discariche in stato di emergenza; per adeguare le isole ecologiche,per effettuare il monitoraggio dell’aria nelle zone più a rischio o per realizzare un monitoraggio degli habitat marini nel tratto di mare compreso tra il SIC (Sito di Importanza Comunitaria) “le Cesine” e il SIC “Alimini”, quest’ultimo un intervento che avrebbe potuto aiutare la Regione a contrastare l’arrivo di TAP. Bocciate anche le nostre proposte orientate alla tutela del nostro patrimonio culturale ad esempio finanziando l’attivazione di campagne di scavo archeologico e per interventi d’emergenza su beni archeologici.
E anche quest’anno partiti di destra e di sinistra hanno avuto il coraggio di bocciare le nostre richieste di tagliare i costi della politica rendicontando le spese effettuate con la diaria dai consiglieri regionali con conseguente restituzione di quanto non speso così come è stata bocciata, anche quest’anno, la nostra proposta di ricalcolare con il metodo contributivo i vergognosi vitalizi degli ex consiglieri regionali che ogni anno costano ai pugliesi 10 milioni di euro. Un’ennesima occasione persa per la politica regionale.
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