Il mondo dell’agricoltura, la principale risorsa economica della Comunità biscegliese, sta vivendo in questi giorni la fase centrale della campagna olearia 2017/18.
Il territorio del nostro Comune, pur avendo un’estensione superficiale piuttosto ridotta rispetto a quella dei Comuni limitrofi (solo 68,48 chilometri quadrati, rispetto, per esempio, alla superficie di Andria pari a 407,86), ospita un’agricoltura di qualità.
La porzione di territorio utilizzata per la produzione agricola è pari a circa 5.000 ettari (4.000 dei quali destinati ad uliveti, 500 a vigneti ed altri 500 alla coltivazione di ciliege ed altra frutta); risultano iscritte alla Camera di commercio circa 1.200 aziende agricole, mentre sono addette al settore circa 2.200 persone.
Negli ultimi lustri le aziende agroalimentari hanno dedicato molta attenzione all’innovazione tecnologica e al miglioramento della qualità del prodotto, raggiungendo, in alcuni casi, risultati eccellenti.
Preoccupano tuttavia alcuni dati:
Al fine di porre rimedio a tali fenomeni e di incrementare il numero delle persone che possano trovare un lavoro dignitoso in un settore cardine dell’economia locale, “Bisceglie civile – Proposte per la Città” propone e chiede che il Comune di Bisceglie assuma l’iniziativa di costituire un Consorzio (che potrebbe essere denominato “Bisceglie Agroalimentare e Territorio”) destinato a svolgere le seguenti attività:
– valorizzare e commercializzare i prodotti agricoli ed agroalimentari di Bisceglie, quali innanzitutto, l’olio extravergine d’oliva e le ciliegie;
– promuovere, in particolare, il consumo, da parte dei cittadini biscegliesi, dei prodotti agricoli ed agroalimentari locali, assumendo iniziative idonee ad “accorciare la filiera”;
– mettere a disposizione dei soci, a prezzi più convenienti, prodotti come i fertilizzanti, gli antiparassitari, i carburanti ed, in genere, tutto ciò che può essere utile al settore agricolo ed agroalimentare;
– dare in locazione e in noleggio ai soci, a prezzi più convenienti, macchine ed attrezzature per l’esercizio delle attività agricole;
– organizzare e fornire alle imprese agricole ed agroalimentari servizi di assistenza tecnica;
– operare nel campo della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione, finalizzate al crescente miglioramento della qualità delle produzioni agricole;
– esercitare la vigilanza sul territorio rurale al fine di garantire, nelle campagne, la sicurezza delle persone e la tutela della proprietà (strumenti di produzione e prodotti agricoli), stipulando anche – a prezzi più convenienti – contratti di assicurazione per garantire un indennizzo alle vittime di furti e di danneggiamenti;
– promuovere la formazione di lavoratori specializzati, soprattutto tra i giovani, anche in collaborazione con le scuole superiori locali;
– organizzare visite guidate e percorsi rupestri nell’agro di Bisceglie, nonché eventi e manifestazioni di valorizzazione dei prodotti agroalimentari, recuperando ed implementando esperienze positive degli anni passati quali “Oliamoci bene” e “Rosso Ciliegia”.
Al fine di evitare la dispersione di risorse preziose, il Consorzio dovrebbe assorbire altri enti analoghi già esistenti, quali il “Consorzio della ciliegia e della frutta tipica” ed il “Consorzio autonomo guardie campestri”, svolgendone le funzioni.
Il nuovo ente dovrebbe dotarsi di personale accuratamente selezionato, in base al criterio del merito.
Il suo patrimonio dovrebbe essere costituito sia dall’ente pubblico sia da soggetti privati locali. Il Comune dovrebbe assumere inizialmente una quota maggioritaria delle partecipazioni, da cedere successivamente ai soggetti privati, in modo graduale rispetto al consolidamento e all’ampliamento delle attività.
I soggetti privati locali (quali, innanzitutto, i proprietari dei fondi rustici, i produttori agricoli e le loro organizzazioni, le imprese di trasformazione agroalimentare, i commercianti, i ristoratori, etc.) dovrebbero assumere una quota inizialmente minoritaria del patrimonio (destinata a divenire maggioritaria nel tempo).
Il Consorzio dovrebbe porsi, in definitiva, come strumento utile a promuovere un’identità territoriale ben definita in modo tale da implementare i circuiti di marketing territoriale e da favorire la crescita di un’economia locale fondata sulla valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari.
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