E’ stato presentato stamane, al piano terra dell’ospedale Dimmicoli di Barletta l’ambulatorio MaReA (Malattie Renali Avanzate) ; l’ambulatorio attivato in via sperimentale a settembre, conta sino ad oggi, 35 pazienti affetti da patologia renale severa.
Alla presentazione hanno preso parte: il dottor Vito Campanile direttore sanitario dell’ASL BAT, il dottor Salvatore Di Paolo direttore dell’unità operativa di nefrologia e dialisi del nosocomio barlettano e il dottor Tino Gesualdo preside della facoltà di Medicina dell’Università di Bari.
L’ambulatorio MaReA è realizzato secondo un modello organizzativo multidisciplinare e nasce dalla collaborazione di diverse unità operative (Nefrologia e Dialisi, Gastroenterologia e il servizio di Psicologia clinica del Dipartimento di Salute Mentale).
Nella gestione dei pazienti sono coinvolti nefrologi, infermieri di nefrologia, nutrizionisti, dietisti e psicologi che collaborano con la finalità esplicita di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.
L’intervento operativo risponde a diversi obiettivi:
fornire al paziente gli strumenti conoscitivi per una scelta consapevole della terapia sostitutiva della funzione renale (emodialisi, peritoneodialisi, trapianto);
rallentare la progressione della malattia renale, posticipando il ricorso alla dialisi, migliorare lo stato nutrizionale, ridurre i sintomi e le complicanze dell’uremia;
ridurre la necessità di ospedalizzazione dei pazienti per le complicanze dell’uremia ed il ricorso al trattamento dialitico in urgenza;
favorire il processo di elaborazione ed adattamento alla malattia, in previsione della dialisi o del trapianto;
iniziare con tempestività l’iter per l’inserimento dei pazienti in liste trapianto
La presa in carico del paziente è dunque di tipo “globale”, perché vengono presi in considerazione anche i risvolti sociali, psicologici e pedagogici della malattia.
L’approccio integrato proposto favorisce una partecipazione attiva e consapevole del paziente al progetto di cura e lo prepara a una scelta che ne facilita la riabilitazione.
Il modello proposto ha anche un importante impatto socio-economico perché persegue:
il rallentamento della progressione della malattia renale avanzata, nell’intento di ritardare la necessità dei trattamenti sostitutivi;
il mantenimento in terapia conservativa dei “grandi anziani”;
la promozione del trattamento dialitico domiciliare;
l’immissione precoce in lista di attesa di trapianto renale;
l’incentivazione del trapianto renale da donatore vivente.
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Salve,il dottor di Paolo fa visite ambulatoriali o private?grazie