Un appuntamento tenero ma allo stesso tempo ricco di spunti emozionali, quello tenutosi lo scorso mercoledì sera 6 dicembre 2017 presso l’Emeroteca della Biblioteca “Sabino Loffredo” di Barletta.
Con il patrocinio del Comune di Barletta, l’Istituto Comprensivo “Musti-Dimiccoli” nella persona della Dirigente Scolastica Rosa Carlucci e con la collaborazione della professoressa Elisabetta Pasquale (docente dell’istituto comprensivo) hanno organizzato l’incontro con Elisa Spera, autrice del racconto “La Storia dell’Angelo Custode”.
Il dialogo con la Spera è stato moderato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli e animato dagli studenti della scuola “Dimiccoli” con il sottofondo di alcune note a tema , fra le quali quelle di “Tutti quanti abbiamo un angelo” di Ron suonate dalla pianista barlettana Maria Musti.
“Il racconto, nella sua semplicità, è un dono per descrivere la complessità della vita. Un modo per riflettere e guardare la propria esistenza in un’ottica spirituale che supera i limiti delle confessioni religiose. Un messaggio di speranza che conduce il lettore verso la “gioia di vivere”, esperienza unica, irripetibile e preziosa. I gesti quotidiani, pur nella loro semplicità, assumono un significato universale: Amore per la vita e per la famiglia. Spesso, avvolti dalla fretta di vivere, si perde molto spesso uno dei doni più preziosi: la famiglia. La famiglia, una misteriosa unione di corpo e anima, che regge il mondo da anni. Ed è proprio nella famiglia che i piccoli studenti della scuola “Musti” ritrovano i loro angeli. La parola “angelo” viene usata in diverse occasioni. Ma chi sono gli angeli?” – si legge nell’annuncio della presentazione.
Elisa Spera, ha cercato di rispondere a questo interrogativo, sviscerando allo stesso tempo i perché che l’hanno indotta a scrivere questa storia.
Barlettana di origine, spagnola di adozione, Elisa ha vissuto per 13 anni a Barcellona (infatti il libro è stato scritto in italiano, catalano, spagnolo e inglese) e la Musti – Dimmicoli nell’ottica dell’integrazione, ha voluto dar spazio all’autrice spiegando nelle varie lingue e con dolcezza ai più piccoli e non solo, che la morte è un arrivederci e non un addio.
La serata ha avuto inizio con la lettura da parte dei bambini di quinta, delle lettere che ognuno di loro ha indirizzato al proprio angelo custode: al papà , allo zio , al fratellino mai nato, alla maestra Anna e a zia Dina, il tutto seguito dalla lettura a quattro voci della prima pagina del libro, in altrettante quattro lingue: italiano, spagnolo, catalano e inglese.
Una storia, che la dottoressa in Economia e neo scrittrice Elisa Spera, ha voluto dedicare al suo compianto papà Giovanni Spera, noto imprenditore barlettano che per 30 anni si è occupato di distribuzione stampa in tutto il nord barese (Trani esclusa) rifornendo a suo tempo ben 400 edicole e dando lavoro a circa 50 dipendenti. Inoltre è ben ricordare che nel 2000, quando è stato presidente dei Lions Club, il signor Spera ha voluto fortemente valorizzare (a sue spese) la statua che raffigura il celebre condottiero Ettore Fieramosca mentre abbatte la Motte, facendola spostare dai giardini del castello all’entrata della città di Barletta, ovverosia in piazza Fratelli Cervi oggi denominata piazza 13 febbraio 1503 (giorno in cui si tenne la famosa Disfida di Barletta il cui protagonista fu lo stesso Fieramosca).
“Caro amico, voglio regalarti questa storia. Però faremo un patto: anche tu dovrai regalarla raccontandola con il cuore personalizzandola ogni volta perché, ascoltandola, ognuno possa sentirla sua dal primo istante – si legge nella premessa del racconto onde sottolineare il messaggio che l’autrice vuole trasmettere ai suoi lettori.
Un libro trasversale, che non ha nessuna pretesa di spiegare scientificamente ne tanto meno sotto l’aspetto religioso chi siano gli angeli e quali connotati abbiano; Elisa Spera ha cercato di trasmettere un messaggio di speranza affrontando un argomento doloroso quale appunto la morte; l’ha fatto con semplicità raccontandolo dapprima ai suoi due bambini e poi a chiunque voglia assumere consapevolezza che chi ci lascia in vita non muore mai nella nostra anima.
La serata è proseguita sulle note di una canzone di Renato Zero intitolato “Il maestro”; una melodia importante per l’autrice, che come già anticipato ha dedicato “La storia dell’ angelo custode” alla sua creatura celeste e al suo maestro di vita per eccellenza: il suo papà.
Dora Dibenedetto
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Mi tocca molto questa storia perché simile alla mia,un paio di gg dopo la morte del mio papà,arrivò a casa una storia sull’angelo Gabriele,non vi era un mittente sul plico recapitatomi,ma la straordinarietà è che prima di morire confidai che il nome del mio angelo fosse proprio Gabriele