breaking news

Barletta – “La storia dell’angelo custode”. Spera: “La morte è un arrivederci e non un addio”

8 Dicembre, 2017 | scritto da dora dibenedetto
Barletta – “La storia dell’angelo custode”. Spera: “La morte è un arrivederci e non un addio”
Cultura
1

Un appuntamento tenero  ma allo stesso tempo ricco di spunti emozionali,  quello tenutosi lo scorso mercoledì sera 6 dicembre 2017 presso l’Emeroteca della Biblioteca “Sabino Loffredo” di Barletta.

Con il patrocinio del Comune di Barletta, l’Istituto Comprensivo  “Musti-Dimiccoli” nella persona della  Dirigente Scolastica  Rosa Carlucci e con la collaborazione della professoressa Elisabetta Pasquale (docente dell’istituto comprensivo)  hanno  organizzato  l’incontro con Elisa Spera, autrice del racconto “La Storia dell’Angelo Custode”.

Il dialogo con la Spera  è stato moderato dal giornalista  Giuseppe Dimiccoli  e animato dagli studenti della scuola “Dimiccoli” con il sottofondo di alcune note a tema , fra le quali quelle di “Tutti quanti abbiamo un angelo” di Ron  suonate dalla pianista barlettana Maria Musti.

“Il racconto, nella sua semplicità, è un dono per descrivere la complessità della vita. Un modo per riflettere e guardare la propria esistenza in un’ottica spirituale che supera i limiti delle confessioni religiose. Un messaggio di speranza che conduce il lettore verso la “gioia di vivere”, esperienza unica, irripetibile e preziosa. I gesti quotidiani, pur nella loro semplicità, assumono un significato universale: Amore per la vita e per la famiglia. Spesso, avvolti dalla fretta di vivere, si perde molto spesso uno dei doni più preziosi: la famiglia. La famiglia, una misteriosa unione di corpo e anima, che regge il mondo da anni. Ed è proprio nella famiglia che i piccoli studenti della scuola “Musti” ritrovano i loro angeli. La parola “angelo” viene usata in diverse occasioni. Ma chi sono gli angeli?” – si legge nell’annuncio della presentazione.

Elisa Spera, ha cercato di rispondere a questo interrogativo, sviscerando allo stesso tempo i perché che l’hanno indotta a scrivere questa storia.

Barlettana di origine, spagnola di adozione, Elisa ha vissuto per 13 anni  a Barcellona (infatti il libro è stato scritto in italiano, catalano, spagnolo e inglese) e la Musti – Dimmicoli nell’ottica dell’integrazione,  ha voluto dar spazio all’autrice spiegando nelle varie lingue e  con dolcezza  ai più piccoli  e non solo,  che la morte è un arrivederci e non un addio.

La serata ha avuto inizio con la lettura da parte dei bambini di quinta, delle lettere che ognuno di loro  ha indirizzato al proprio  angelo custode: al papà , allo zio , al fratellino mai nato, alla maestra Anna e a zia Dina,  il tutto seguito dalla lettura a quattro voci della prima pagina del libro,  in altrettante quattro lingue: italiano, spagnolo, catalano e inglese.

Una storia,  che la dottoressa in Economia e neo scrittrice  Elisa Spera,  ha voluto dedicare al suo compianto papà Giovanni Spera, noto imprenditore barlettano che per 30 anni si è occupato di distribuzione stampa in tutto il nord barese (Trani esclusa)  rifornendo a suo tempo ben  400 edicole  e dando lavoro a circa 50 dipendenti.   Inoltre è ben ricordare che nel 2000,  quando è stato presidente  dei Lions Club,  il signor Spera  ha voluto fortemente valorizzare (a sue spese)  la statua  che raffigura il celebre condottiero  Ettore  Fieramosca mentre  abbatte  la  Motte,  facendola spostare  dai giardini del castello all’entrata della città di Barletta, ovverosia  in piazza Fratelli Cervi oggi denominata  piazza 13 febbraio 1503 (giorno in cui si tenne la famosa Disfida di Barletta  il cui protagonista fu lo stesso Fieramosca).

“Caro amico, voglio regalarti questa storia. Però faremo un patto: anche tu dovrai regalarla  raccontandola con il cuore personalizzandola ogni volta perché, ascoltandola, ognuno possa sentirla sua dal primo istante – si legge nella premessa del racconto onde sottolineare il messaggio che l’autrice vuole trasmettere ai suoi lettori.

Un libro trasversale, che non ha nessuna pretesa di spiegare scientificamente ne tanto meno sotto l’aspetto religioso  chi siano gli angeli e quali  connotati abbiano; Elisa Spera  ha cercato  di  trasmettere un messaggio di speranza  affrontando un argomento doloroso  quale appunto la morte; l’ha fatto con semplicità raccontandolo dapprima ai suoi due bambini e poi  a chiunque voglia assumere  consapevolezza che chi ci lascia in vita non muore mai nella nostra anima.

La serata è proseguita sulle note di una canzone di Renato Zero intitolato “Il maestro”;  una melodia importante per l’autrice, che come già  anticipato ha dedicato  “La storia dell’ angelo custode” alla sua creatura celeste e  al suo maestro di vita  per eccellenza: il suo papà.

Dora Dibenedetto

 

 

 

 

 

 

 

One Comment

  1. Francesca says:

    Mi tocca molto questa storia perché simile alla mia,un paio di gg dopo la morte del mio papà,arrivò a casa una storia sull’angelo Gabriele,non vi era un mittente sul plico recapitatomi,ma la straordinarietà è che prima di morire confidai che il nome del mio angelo fosse proprio Gabriele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend