Video intervista alla Professoressa Elisabaetta Pasquale già coordinatrice per l’inclusione dell’Istituto comprensivo Musti- Dimmicoli di Barletta. Una scuola aperta all’integrazione ma che (come la maggior parte degli istituti) presenta delle difficoltà, per quel che concerne la mediazione lingustica sopratutto con gli allievi cinesi. Segue una breve dichiarazione di una ragazzina di seconda media dell’istituto medesimo, la quale racconta la sua esperienza con due sue nuovi compagni di classe: un brasiliano e una cinese.
Ci sono ben trentatré bambini con cittadinanza straniera nella scuola primaria e tredici in quella secondaria di primo grado nell’istituto comprensivo Musti-Dimmicoli di Barletta ubicato nel quartiere sette frati molto popolato da famiglie straniere.
La maggior parte degli allievi non italiani, sono prevalentemente rumeni, cinesi e marocchini, ma non mancano bambini e ragazzi albanesi, brasiliani, peruviani, russi e ucraini.
Alcuni di loro sono stati adottati da diverse famiglie barlettane, altri vivono nella città della disfida con la propria famiglia di origine, trasferitasi in Italia molto spesso per motivi di lavoro.
Una scuola, che nel precedente anno anno scolastico, era stata scelta dall’amministrazione Cascella, in virtù del numero considerevole di alunni stranieri che l’istituto ospita, per conferire la cittadinanza civica “ ius soli” a dodici bambini di origine straniera nati in Italia e che studiano nelle scuole di Barletta, nello specifico alla Musti -Dimiccoli.
La cittadinanza civica fu conferita il 17 marzo 2016, una data non casuale, perché proprio in quel giorno si celebra la giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, proprio per sottolineare il senso di appartenenza nazionale anche di coloro che vivono e studiano in Italia e più nello specifico a Barletta.
Fu una vera e propria festa – ci ha spiegato la professoressa Elisabetta Pasquale coordinatrice per l’inclusione e docente della scuola secondaria di primo grado Musti Dimiccoli- in quell’occasione sono stata una delle protagoniste nell’organizzazione della manifestazione; di certo è stata un’esperienza positiva dove tra canti e recitazioni i ragazzi mostrarono molto entusiasmo. I bambini, soprattutto, non conoscono la differenza tra una cittadinanza e l’altra e dal 17 marzo 2016 è cambiato anche il rapporto con i genitori dei dodici bambini ai quali è stata conferita la cittadinanza onoraria, creandosi un rapporto di fiducia e di maggior consapevolezza tra genitori e docenti.
Di certo l’aver conferito la cittadinanza onoraria ha rappresentato un tassello in più per l’integrazione , del resto nel nuovo anno scolastico si è registrato un aumento di alunni stranieri. L’anno precedente lo stesso evento si tenne presso la scuola media Manzoni che comunque registra un non trascurabile numero di studenti stranieri.
Mi preme inoltre sottolineare – ha proseguito la Pasquale– un importante progetto Pon denominato “ Includimi” che partirà a dicembre e si concluderà a giugno; un progetto che non solo mostra l’attenzione dell’Unione Europea verso l’integrazione ma che tende anche a consolidare le competenze di base, attraverso attività laboratoriali e metodologie innovative, verso alunni con “bisogni speciali” in termini di relazione tra i quali anche gli alunni stranieri per quel che concerne le conoscenze linguistiche.
Ritornando allo Ius Soli, che tuttavia prevede degli step burocratici o comunque un iter ben calibrato verso la conoscenza della cultura italiana, non credo che il riconoscimento di questa legge potrebbe darci problemi in termini di sicurezza e quindi di terrorismo, di certo non è con il riconoscimento dello ius soli che ahimè il terrorismo verrà meno, ritengo piuttosto che il riconoscimento della cittadinanza possa aiutare ad abbattere i pregiudizi che molti di noi ancora nutrono magari inconsapevolmente nei confronti degli immigrati e degli stranieri in genere.”
“I genitori molto spesso hanno dei pregiudizi verso i bambini stranieri e verso le proprie famiglie, questo accade anche a causa del basso livello culturale di alcuni di loro – ci spiega un’insegnante di matematica e scienze della secondaria Dimmicoli e allo stesso tempo mamma di un bambino che frequenta gli ultimi anni di scuola primaria alla Musti.
Di diverso avviso invece è apparsa una mamma di tre figli distribuiti in primaria e secondaria ,secondo la quale sin da subito ha percepito, almeno tra i bambini e i ragazzi, un buon clima di collaborazione e amicizia, tanto tra italiani quanto tra stranieri.
a cura di Dora Dibenedetto
Send this to a friend