Prosegue l’inchiesta di BATmagazine su “Ius soli e integrazione dei bambini stranieri a scuola.
A Trani presso la scuola elementare D’Annunzio l’esperienza è positiva per quanto riguarda l’azione didattica, qualche difficoltà viene riscontrata nei rapporti con il mondo esterno.
“Esiste purtroppo un pregiudizio diffuso, dichiara il dirigente scolastico Michele Maggialetti. Questa scuola è vissuta come scuola degli “ultimi” e da tempo chiediamo l’intervento dell’ente locale per risolvere questo problema”.
Le classi sono formate per la metà da bambini stranieri e se non fosse per loro oggi la scuola sarebbe chiusa per mancanza di iscrizioni.
“Nessun cittadino tranese, afferma amareggiato il preside, vuole iscrivere i propri figli alla D’Annunzio per via della presenza degli stranieri. Eppure la scuola è dotata di strumenti tecnologicamente avanzate partecipa a moltissimi progetti extracurriculari e azioni strategiche”.
Lo ius soli temperato, per il dirigente, è una esperienza positiva.
“Le difficoltà in classe nascono dalla lingua”, dichiara l’insegnante Luciana Daaddato, che insegna in una seconda classe composta in prevalenza da bambini stranieri. “Per il resto i bambini si integrano facilmente e tra di loro non vivono la diversità. Anzi i più talentuosi sono proprio gli stranieri”.
La scuola elementare De Amicis di Trani invece non ha mai avuto una tradizione di bimbi stranieri. “Solo da qualche anno le classi sono più colorate, ha detto la dirigente scolastica Paola Valeria Gasbarro. Oggi l’integrazione degli immigrati ci sembra una tragedia, ma fra un pò di anni sarà la cosa più normale del mondo”.
A mancare sono i mezzi necessari per sostenere gli alunni per le loro esigenze o meglio mancano risorse umane e finanziarie.
“La scuola sfrutta le competenze interne che ha e quel poco di risorse che vengono destinate per mettere a loro agio questi bambini. Lo ius soli dovrebbe essere scontato quando uno straniero lavora in questo paese, paga le tasse e partecipa ai problemi del nostro paese. Pertanto è giusto che partecipino anche agli aspetti positivi”.
L’insegnante Cristina D’Addato del De Amicis ha sei alunni stranieri in classe, tutti nati in Italiia. Lei avverte la difficoltà linguistica anche se, dice, “si cerca di sopperire con varie strategie” e con la bravura delle maestre.
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