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Sicurezza. Di Maio: “La Bat è un territorio precario”. Unimpresa condivide

2 Novembre, 2017 | scritto da dora dibenedetto
Sicurezza. Di Maio: “La Bat è un territorio precario”. Unimpresa condivide
Attualità
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  1. Comunicato Stampa

Da poco, dopo fin troppa lunga attesa, giunto a capo della Procura di Trani, il Procuratore, dott. Antonino Di Maio, ha affermato:

“quello della Bat è un territorio precario dal punto di vista della sicurezza, pressato dalla criminalità foggiana, da una parte e da quella barese, dall’altra.

La Bat non ha una questura e suoi comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Fnanza.”

Parole chiare ed inequivocabili, quelle del Procuratore, che suscitano immediate reazioni.

L’Associazione UNIMPRESA BAT, da sempre e continuamente impegnata a denunciare la gravissima crisi sociale e di pubblica sicurezza esistente nella provincia Bat,

impegnata a sottolineare l’importanza della Questura

e degli altri presidi della Sicurezza ancora mancanti ma estremamente necessari, è nuovamente intervenuta sull’argomento proprio prendendo spunto dalle parole di Di Maio che, almeno per il momento, non pare suscitino altre reazioni né da parte di politici né delle istituzioni.

Eppure proprio questa classe politica, dirigente ed istituzionale è tra le maggiori responsabili dell’assenza di tali presidi non avendo mai manifestato reale volontà di coinvolgimento per accelerare processi ormai fermi da anni, nonostante i proclami e le rassicurazioni sempre buoni per una campagna elettorale vincente.

Relativamente alla Questura ancora assente nella Bat,

il Procuratore ha affermato di essersi adoperato perché la Questura possa essere attivata e poi gli altri comandi, ritenendo l’istituzione dei comandi fondamentale per quella necessaria opera di prevenzione per un territorio così sensibile, anche per la sua estrema vicinanza con l’Albania.

Territorio sensibile; scambi criminosi con altre nazioni vicine; prevenzione e aumento di uomini e mezzi che sarebbero la diretta conseguenza dell’istituzione dei presidi mancanti: tutti concetti e parole espresse nei numerosissimi comunicati stampa ed interventi dell’Associazione di Categoria anche fortemente impegnata nel contrasto al racket ed alle estorsioni.

Il Presidente Savino Montaruli non ha resistito al dovere di intervenire nuovamente sull’argomento e, rivolgendosi direttamente al Procuratore di Trani, ha affermato:

“sono estremamente felice per le parole coraggiose pronunciate dal dott. Di Maio. Quelle parole andrebbero ancor più approfondite per comprendere fino in fondo con quale territorio il Procuratore dovrà confrontarsi.

A proposito del suo impegno per la Questura, nel ringraziarlo anticipatamente a nome dell’intera comunità, voglio ricordare che le stesse, identiche parole vennero pronunciate dalla dott.ssa Clara Minerva, Prefetto della Bat, appena insediatasi agli inizi del 2014.

Le parole del Prefetto furono: “Questura e sedi provinciali delle Forze dell’Ordine, porterò a termine la costituzione della Bat“.

Le parole del secondo Prefetto nella storia di una Provincia che non c’è più e che forse non c’è mai stata se non per elargizione di privilegi e benefits, impressionarono moltissimo la comunità che, allora, ancora credeva in uno Stato, in Istituzioni che potessero riscattarsi e dare segnali di efficienza e di tempestività.

Macché, ancora nulla di tutte quelle buone intenzioni, con il tempo lì a trascorrere inesorabile. No, non stata la misera caduta del cerbero alla base di ingiustificati ed inaccettabili ritardi.

Infatti il Prefetto Minerva affermò che la priorità da affrontare sarebbe stata il completamento della “costruzione” della Provincia. Questo significa – affermò la funzionaria governativa – “attivare la questura e le sedi provinciali destinate alle Forze dell’Ordine e questo indipendentemente dalle decisioni sul futuro degli enti provinciali che spettano alla politica, perché i fondi ci sono e vanno utilizzati”.

Quelle parole assumevano ancor più valore perché secondo lo Statuto della Provincia la città di Andria veniva individuata essere “Polo della Sicurezza”,

dove avrebbe dovuto sorgere, da anni ormai, proprio la nuova Questura della Bat.

Da quella dichiarazione del 2014 continuano a trascorrere molti anni e la situazione dell’ordine pubblico e della percezione di insicurezza tra i cittadini, gli imprenditori, i commercianti, continua a crescere inesorabilmente.

Sono aumentati i conflitti sociali e la sfiducia nelle istituzioni con un drammatico allontanamento del popolo dalla politica e dai suoi stratagemmi ben congegnati per finalità lobbistiche.

Omicidi, aumento dei reati predatori; furti di autoveicoli; furti in appartamento; rapine ed estorsioni; danneggiamenti; aggressioni, minacce fino ad episodi ancor più gravi che hanno anche investito gli Enti pubblici come i reati ambientali e quelli strettamente connessi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Un susseguirsi di episodi di diversa natura criminale che pare non risparmino nessuna delle dieci città di questo strano territorio, dalle più popolose come Andria, Canosa, Trani, Bisceglie, Barletta fino alle più piccole del territorio murgiano.

L’Antimafia ancora oggi e già in passato, ripetutamente aveva definito questo territorio “mafioso”.

I giovani scappano via senza farne più ritorno e i livelli di disoccupazione sono tripli se non quadrupli rispetto alle percentuali nazionali certificate dall’Istat.

In materia di povertà e di assenza di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che interessano i beni pubblici la Bat è agli ultimissimi posti, come certificato nel Rapporto “ICity Rate 2017” di FPA, la classifica le smart city italiane tra 106 comuni capoluogo, di ottobre scorso, che ha posizionato Andria in ultimissima fila.

Ringraziamo il nuovo Procuratore di Trani per le sue buone intenzioni – ha detto Montaruli – e siamo speranzosi che fino al prossimo cambio di guardia, forse, la Questura potrebbe vedere la luce in quel rudere fatiscente abbandonato in via Indipendenza ad Andria.

Se sarà Lei, signor Procuratore, ad inaugurare quel Presidio così importante Andria Le sarà grata ma se al termine del Suo mandato ciò non fosse ancora accaduto allora sarebbe imperdonabile, per le Istituzioni, per l’intera classe politica, burocratica ed amministrativa e persino per quello Stato in cui ognuno di noi vorrebbe (ri)cominciare a credere e a sperare”. – ha concluso Montaruli.

 

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