Si parlerà di lotta al randagismo con conseguente svuotamento dei canili e del nesso che lega animali e ambiente sabato mattina 11 novembre a Barletta presso la sala Athenaeum.
Un incontro aperto alla cittadinanza (organizzato dal “Movimento Animalista della Bat” che fa riferimento all’avvocato Massimo Vaccariello) che segue un convegno nazionale tenutosi a Milano (dove si è discusso anche della necessità di ridurre se non abolire la pratica della caccia) e uno regionale svoltosi a Bari.
L’occasione sarà quella per presentare le “Linee programmatiche. Agenda per un’Italia migliore” in merito agli obiettivi nazionali regionali e provinciali che attengono la tutela degli esseri più deboli, lotta al randagismo e tutela dell’ambiente.
Inoltre si parlerà, sempre in riferimento al tema della difesa degli animali, di riconoscimenti costituzionali, di tutele economiche e sanzioni penali minime verso chi non rispetta gli animali e i soggetti più deboli, oltre ai “vuoti” amministrativi presenti negli enti locali a proposito di alcuni specifici regolamenti che andrebbero invece adottati.
Non trascurabile sarà anche la proposta avanzata dal movimento, di inserire fra gli insegnamenti scolastici anche l’educazione civica verso gli animali da parte dei bambini e dei ragazzi, alcuni dei quali poco avvezzi al rispetto nei confronti degli animali ( come il recente caso di sassaiola contro un cigno ).
Pertanto, abbiamo ritenuto opportuno intervistare l’avvocato Vaccariello, onde poter anticipare sommariamente quali saranno i temi che più nello specifico saranno sviscerati durante l’incontro.
“Linee programmatiche.Agenda per un’Italia migliore” su tali linee si discuterà sabato mattina all’incontro organizzato dal “Movimento Animalista Bat”. Cosa intendete trasmettere?
All’incontro che si terrà l’11 novembre
verrà ufficialmente presentato il direttivo del Movimento Animalista per la Provincia Bat e verranno esposti i nostri obiettivi nazionali e locali che attengono principalmente ad una maggior tutela degli animali, dell’ambiente, e dei soggetti più deboli: bambini, donne e disabili.
Quali i dati del randagismo nella Bat?
Quanto ai dati del randagismo nella Bat, questi non sono confortanti; infatti, nonostante nel nostro territorio formalmente ci siano varie associazioni di volontariato, di fatto poi queste associazioni sono composte da poche persone sensibili alla tutela degli animali, inoltre queste persone devono anche supplire ai Comuni spesso inadempienti (perché va ricordato che è onere dei comuni la lotta al randagismo), il tutto risorse proprie.
In alcuni nostri comuni, anche a causa del numero delle masserie presenti sul territorio e della loro vicinanza al centro urbano, c’è un numero elevato di cani che spesso finiscono per essere coinvolti in sinistri stradali. Per non parlare poi degli abbandoni e degli allevamenti abusivi che finiscono con l’alimentare il randagismo.
E la situazione dei canili?
I canili, poi, sono ancora strutture che il più delle volte assomigliano a carceri che detengono prigionieri senza colpa e quasi sempre condannati ad un ergastolo immotivato e indegno di una società civile; si perché non vi è una sana cultura delle adozioni, spesso i cittadini non conoscono neppure il canile della loro città o, come accade in alcuni comuni, non vi possono accedere regolarmente. Tutto ciò è assurdo, se si pensa che i canili dovrebbero essere solo strutture di transito e non di permanenza a vita dei cani. Non affronto neanche il problema gatti, perché, contrariamente a quanto avviene in altre regioni, in Puglia i gattili sembrano essere un’utopia.
Cosa si può fare per scongiurare il randagismo?
Il randagismo canino e felino è diffuso in misura differente a seconda dei comuni; a tal proposito, ad esempio, nel nostro comune vi sono numerosissime colonie feline. In un mondo ideale, tutti coloro che amano gli animali non si sognerebbero mai di parlare di sterilizzazione; tuttavia non viviamo in un mondo ideale e la sterilizzazione, nel periodo di emergenza randagismo in cui ci troviamo, è un atto d’amore, nei confronti di tutte quelle mamme gatte alle quali incidenti, malattie, avvelenamenti e maltrattamenti in genere, hanno sottratto i propri cuccioli, lasciando i corpicini a decomporsi per giorni, sparsi per il territorio comunale.
La sterilizzazione tra l’altro ha anche finalità preventive in relazione a numerose malattie feline.
Di recente Enpa Barletta ha promosso con il patrocinio del Comune e dell’ASL BT una campagna di sensibilizzazione verso le colonie feline. Quali sono stati gli esiti? Avete riscontrato maggiore sensibilità?
Grazie alla campagna di sensibilizzazione che, in collaborazione con i volontari dell’Enpa per Barletta e della Lega Nazionale del Cane per Canosa, ho personalmente curato e promosso, chiedendo il patrocinio dell’Asl Bat e dei comuni competenti, abbiamo notato una crescita della sensibilità dei cittadini nei confronti dei felini e delle colonie. Ribadisco che la campagna di sensibilizzazione, tuttora in corso, è mirata ad accrescere il senso civico dei cittadini e ad informare tutti che le colonie feline sono tutelate dalla legge.
Esche e bocconi avvelenati a Barletta, quali sono i provvedimenti sinora adottati per porre fine a questa pratica?
Quanto agli avvelenamenti, atti deplorevoli e disumani, soprattutto se si considera che non possono trovare alcuna giustificazione; nell’immediato c’è poco da fare, si può solo monitorare ed essere diligenti segnando i sospetti avvelenamenti. Infatti, costituendo l’avvelenamento un reato, è compito delle Forze dell’Ordine e della Magistratura individuare e perseguire i responsabili.
Quanto a noi, tra i nostri obiettivi vi sono l’inasprimento delle pene e la diffusione di un senso civico che contempli un sano e corretto rapporto uomo-animale.
a cura di Dora Dibenedetto
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