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Trani – Cava dei veleni, Bartucci: “fumi dalle nefaste conseguenze ambientali e sanitarie”

20 Ottobre, 2017 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – Cava dei veleni, Bartucci: “fumi dalle nefaste conseguenze ambientali e sanitarie”
Cronaca
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A distanza di due anni dall’ultima emergenza per il rinvenimento nel territorio di Trani di una discarica abusiva in una cava dismessa, siamo nuovamente alle prese con una nuova criticità ambientale dovuta alla cava fumante in Contrada ‘Monachelle’. Il caso è perfettamente analogo a quello del 2015; una cava dismessa ubicata in località ‘Porfico’ o ‘Casarossa’ che si scoprì essere ricettacolo di rifiuti di varia natura in lenta combustione.
Il caso attualmente alla ribalta della cronaca interessa un’area di cava abbandonata da molto tempo ed ormai da decenni in stato di degrado. La delimitazione fisica del sito è molto incerta ed è quindi terra di nessuno. Scopriamo solo ora che in questi siti preda degli appetiti criminosi e di soggetti senza scrupoli possono essere smaltiti materiali speciali altamente contaminanti e vere e proprie bombe ecologiche se sottoposti a combustione.

Dalle cronache emerge che trattasi di una combustione lenta che emana un acre odore solfureo e nauseabondo. Le emissioni in atmosfera potrebbero, pertanto, essere associate alla combustione di oli esausti, di pneumatici, di materiali gommosi e plastici, comunque estremamente impattanti per le matrici ambientali e dalle nefaste conseguenze sanitarie. E’ necessario intervenire con estrema urgenza per soffocare la combustione con l’apporto di inerti e successivamente caratterizzare la tipologia ed il quantitativo di rifiuti con un vero e proprio piano di indagini ambientali multidisciplinari.
Quasi certamente questo non sarà l’ultimo caso ed il rammarico, ancora una volta, è per ciò che si sarebbe potuto fare e che non è stato fatto a partire dal censimento rigoroso delle cave dismesse ed alla loro messa in sicurezza.
A tal proposito appare opportuno ricordare che è ancora in vigore l’Ordinanza n. 233 emessa dall’ex Sindaco Carlo Avantario il 6 Novembre 2002 con la quale si intimava, insieme ad altri obblighi per i proprietari delle cave dismesse, anche e soprattutto quello di rendere inaccessibile le aree ad estranei. E’ avvilente, ancora una volta, constatare che le ordinanze e le direttive diventino carta straccia se non vi sono sanzioni ed iniziative concrete finalizzate alla loro reale applicazione.

Francesco Bartucci – Geologo

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