I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia hanno concluso una complessa attività di polizia giudiziaria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, denunciando all’A.G. 30 indagati, ritenuti responsabili, in ragione delle rispettive attribuzioni, dei reati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi, ricettazione e di abusivismo bancario e finanziario. Nel corso delle indagini, che hanno fatto piena luce su un vasto e ramificato fenomeno cittadino coinvolgente artigiani, imprenditori e numerose persone in gravi difficoltà economiche impossibilitate a rivolgersi ai normali canali creditizi, i militari hanno accertato l’applicazione di tassi usurai, che spaziavano dal 25% al 6.800% su base annua, su prestiti in denaro contante, quantificati in oltre 200.000,00 euro, nonché su oltre cinquecento casi di cambio assegni a titolo oneroso.
Al fine di aggredire anche i patrimoni illecitamente accumulati dai componenti il sodalizio criminale foggiano, collegato ad ambienti della criminalità organizzata, le Fiamme Gialle hanno avviato, contemporaneamente alle investigazioni di natura penale, mirati accertamenti patrimoniali nei confronti di tutti gli indagati e dei rispettivi nuclei familiari, che hanno consentito di dimostrare:
– che il patrimonio a loro riconducibile risultava essere il frutto delle attività illecite perpetrate nel tempo o il reimpiego dei relativi proventi;
– la totale sproporzione tra i beni accumulati ed i redditi dichiarati, questi ultimi di importi tali da non essere sufficienti neppure a soddisfare le primarie esigenze di vita.
La Procura della Repubblica di Foggia, sulla base degli elementi probatori raccolti dagli investigatori, ha richiesto al locale Tribunale l’applicazione di misure ablatorie su una serie di beni posseduti dagli indagati, e specificatamente individuati come in loro possesso o nella loro disponibilità immediata.
Il G.I.P. del Tribunale di Foggia, valutato anche il concreto pericolo che gli stessi beni potessero essere alienati a terzi, ha disposto quindi il sequestro preventivo, ex art 12 sexiex della L. 356/1992, di 50 box, 14 appartamenti, quote societarie di 4 imprese e 8 autovetture, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro. Il provvedimento ablatorio, su istanza di taluni indagati, è stato sottoposto al vaglio del Tribunale del Riesame di Foggia che ha confermato la validità delle fonti di prova acquisite e la misura adottata dal G.I.P.. Da ultimo, in data 26/09/2017, l’A.G. inquirente ha emesso, nei confronti di gran parte degli indagati, avviso di conclusione delle indagini preliminari, prodromico ad una successiva richiesta di rinvio a giudizio. L’intero patrimonio, in attesa dell’udienza camerale, sarà gestito da un amministratore giudiziario e, in caso di successiva confisca, potrà essere impiegato per fini sociali. Continua incessante l’attività della Guardia di Finanza Dauna diretta a prevenire e contrastare ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico e nel sistema finanziario, con mirate investigazioni che consentono di ricercare i canali utilizzati per il riciclaggio ed il reimpiego dei proventi di reato e di individuare e sequestrare i capitali ed i patrimoni illecitamente accumulati.
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