Compirà 18 anni la notte di Capodanno e da grande vorrebbe diventare un bravo calciatore per poter ritrovare la sua sorellina scappata a soli 10 anni da una vita violenta e cattiva.
E’ del Togo in Africa e attualmente è ospite presso una struttura di accoglienza di Trani. La sua storia ce la racconta quasi casualmente.
Abbiamo notato due ragazzi di colore in una tabaccheria tranese. Ad incuriosirci è stato l’amico che ha chiesto al rivenditore di poter inviare dei soldi in Ghana ai suoi genitori.
“Sono ospite nell’istituto delle suore Vincenziane in via Mario Pagano a Trani, ci dice, e la sera lavoro in un ristorante sul porto. Guadagno qualche soldo per mandarlo alla mia famiglia”.
Poi escono dalla tabaccheria e in sella alla bicicletta vanno via. Richiamiamo l’attenzione dell’aspirante calciatore e il ragazzo decide di fermarsi e di raccontarci la sua storia.
Parla quattro lingue. Con l’italiano ci sta provando, va a scuola la mattina.
“Sono nato in Togo in Africa da una famiglia benestante. Mia madre aveva un negozio di generi alimentari e mio padre guidava un grande camion. Studiavo lingue in una grande scuola. Un giorno mia madre per dare alla luce un altro fratellino è morta. Alcune settimane è morto anche il bambino. Mio padre è deceduto in seguito ad una medicina somministrata da mio zio che non tollerava che fossimo di religione musulmana.
Mio zio era violento, ha proseguito mentre gli occhi diventavano sempre più lucidi. Mia sorella di 10 anni è scappata dopo che mio zio le aveva provocato una scottatura alla spalla. Poi è toccato a me, mi ha deturpato il viso e allora ho deciso anche io di scappare, di andare in Ghana, poi in Libia dove una persona più grande di me mi ha convinto a raggiungere l’Italia con un barcone.
Sono arrivato in Sicilia a novembre scorso e sono stato recuperato in mare dalla guardia costiera, dai miei angeli custodi. Mi hanno portato ad Andria e poi a Trani. In questa struttura siamo una ventina, in una stanza dormiamo in quattro con due letti a castello. La mattina andiamo a scuola per imparare l’italiano poi torniamo e pranziamo. Qui ho la possibilità di pregare cinque volte al giorno. Studio e poi faccio un giro per la città.
Non è la vita che sognavo.
La voce si spezza.
“Ogni notte mi sveglio e penso alla mia sorellina. Non so dove si trova, non so se è ancora viva. Non è facile.
Attendo di essere chiamato ancora una volta dall’Olympic Trani calcio, e ci mostra il telefonino per indicarci il nome della società. Sono stato con loro anche l’anno scorso, ma so che adesso hanno problemi con il campo”. Il mio sogno è giocare a pallone perchè piaceva tanto a mio padre. Se divento bravo sono certo che potrò trovar mia sorella perchè dentro di me sono sicuro che è ancora viva e che mi sta aspettando”.
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