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La casa di Noemi, alla fine di un vicolo nel borgo antico di Specchia, è presidiata a distanza dai carabinieri. Niente telecamere, accesso consentito solo a parenti e amici della sedicenne uccisa dal fidanzato 17enne la cui relazione era mal vista dalla famiglia della ragazza, tanto che la madre di lei aveva denunciato per due volte il ragazzo accusandolo di picchiare la sedicenne. Qui Noemi fino al 3 settembre scorso, giorno della sua scomparsa e si presume della sua morte, viveva con la madre, Imma Rizzo, con la sorella maggiore Benedetta, prossima laureanda, e la sorellina di 9 anni.
“L’ho vista per l’ultima volta il sabato precedente alla scomparsa – dice singhiozzando il nonno, Vito – era tranquilla”.
L’uomo piange quasi costantemente, cerca di darsi forza appoggiandosi al muro di un’abitazione, a pochi metri da quella della sua nipote, e fuma nervosamente un piccolo sigaro. A chi gli mette una mano sulla spalla per consolarlo, lui risponde: “La forza prima o poi se ne va”. Scuote la testa quando gli si dice che la mamma di Noemi aveva denunciato per due volte per violenze il fidanzato di sua nipote. “L’ho visto solo una volta” ricorda, forse pensando se avrebbe mai potuto fermarlo. Un ragazzo che sarebbe stato ‘tradito’ – contrariamente a quanto si era saputo inizialmente – anche da alcune tracce ematiche trovate nell’auto da lui guidata e lasciate probabilmente dopo il delitto, nonostante una presunta opera di ‘pulizia’ delle stesse tracce.
In quel vicolo, transennata per 200 metri per rispettare il dolore della famiglia di Noemi, oggi si parlava a bassa voce, si camminava a testa bassa e c’era chi, passando a piedi, rivolgeva uno sguardo furtivo a quel vicolo, ma probabilmente avrebbe voluto abbracciare chi sta vivendo momenti terribili dietro quelle mura.
“Sono sgomento, è una tragedia difficile da metabolizzare” dice il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara, pensando a come improvvisamente il suo paese di sole cinquemila anime sia finito sotto i riflettori. Pagliara è appena uscito da casa di Noemi, ma non ha potuto parlare con la madre della ragazza. In quei frangenti stava riposando, spiega, la donna è distrutta dal dolore. “Ci abbiamo creduto fino all’ultimo di trovarla viva – ripete – abbiamo cercato subito di far coordinare le ricerche e chiesto ai media di non spegnere mai i riflettori sulla scomparsa di Noemi. Poi stamani il prefetto ci ha dato la notizia che non avremmo mai voluto sentire ed è crollato tutto”.
Il fidanzato e reo confesso assassino di Noemi “era possessivo e geloso, non voleva che mia cugina vedesse altre persone, la picchiava”, racconta Davide, cugino della sedicenne. “Noemi, assieme ai genitori, era andata anche in caserma per denunciare le aggressioni subite dal diciassettenne, e aveva ancora i segni della violenza sul volto – racconta il giovane -, ma non è stato fatto nulla”. A Specchia già da oggi è stato proclamato il lutto cittadino, che proseguirà fino al giorno dei funerali di Noemi, di cui il Comune dovrebbe accollarsi l’onere.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha avviato, tramite l’ispettorato, accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c’erano le denunce della mamma di Noemi Durini contro il fidanzato 17enne della ragazza, che ha confessato l’omicidio.
Non cade dunque nel vuoto l’accusa di Imma Rizzo, madre della sedicenne di Specchia, su inerzie che ci sarebbero state in relazione alle sue denunce per comportamenti violenti del ragazzo. Anche la prima commissione del Csm ha infatti chiesto al comitato di Presidenza l’apertura di una pratica sul caso.
Il ragazzo durante la sua confessione ha detto;
“L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione” e perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”. Il ragazzo ha quindi detto che Noemi, quando è uscita dalla sua abitazione, aveva con un coltello, a dimostrazione – a suo avviso – della determinazione della giovane di portare avanti il progetto di eliminare di chi ostacolava il loro amore.
Per dissuaderla più volte, anche in passato, il giovane ha riferito agli investigatori di aver promesso a Noemi di portarla a Milano, una volta maggiorenne, dove avrebbero potuto vivere sereni. All’uscita dalla caserma il ragazzo ha rischiato il linciaggio da parte della folla.
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