Contribuire allo studio, alla tutela e alla diffusione dell’immagine del territorio in cui opera, è da
sempre per il Lions Club Castel del Monte Host un primario impegno.
Perciò nel perseguire uno degli scopi dell’International Association of Lions Clubs, cioè
“Prendere attivo interesse al bene civico, culturale , sociale e morale della comunità”, il Lions Club
“Castel del Monte Host”, nell’anno del centenario di fondazione dell’Associazione, ha partecipato
con entusiasmo alla realizzazione di un’opera dedicata al più eccelso emblema monumentale,
culturale e ambientale del suo territorio, appunto il maniero federiciano che tutto il mondo
conosce ed ama e del quale il Club ne porta orgogliosamente il nome, supportando la produzione
di un docufilm, curato da due ricercatori del Politecnico di Bari, i proff. Giuseppe Fallacara e
Ubaldo Occhinegro.
Il filmato dal titolo “Castel del Monte: “Nuove indagini sull’ipotesi funzionale del Monumento”
è stato ufficialmente presentato al pubblico nel corso di una manifestazione tenuta in Andria il 2
settembre presso il nuovo contenitore culturale ex Mattatoio, donato alla Città
dall’Amministrazione Comunale andriese dopo una sapiente ed intelligente ristrutturazione ed
inaugurato per l’occasione, nell’ambito del Festival Internazionale di Andria “Castel dei Mondi
2017”. La serata è stata aperta, prima della proiezione, dall’intervento dell’attuale Presidente del
Club Castel del Monte Host, Rino Di Trani, che ha brevemente spiegato le motivazioni
dell’intervento del Club a supporto dell’iniziativa ed ha ringraziato l’Amministrazione Comunale di
Andria per averla inserita nel cartellone del Festival. Ha evidenziato altresì l’impegno profuso fino
ad oggi (e che continuerà nel futuro) dai soci ing. Natalino Petrone, ing. Riccardo Zinfollino e dott.
Michele Mastrodonato per il ruolo sostenuto dal Club nella realizzazione del docufilm. È
intervenuto quindi il prof. Ubaldo Occhinegro che ha illustrato in sintesi i tratti essenziali del lavoro
di ricerca e produzione svolto.
L’opera raccoglie e condensa nove anni di indagini condotte all’interno del Dipartimento di
Ingegneria Civile ed Architettura del Politecnico di Bari, sulla reale destinazione funzionale del più
rappresentativo edificio federiciano, simbolo della Puglia nel mondo, e getta nuova luce sulla sua
origine nel tentativo di rispondere alle numerose incognite, molte delle quali ancora oggi irrisolte,
che si celano dietro le sua mura ottagonali, interrogandosi sulla sua funzione, sul motivo della
collocazione in quel punto lontano dai centri urbani e su tanti altri caratteri che non
giustificherebbero l’ipotesi di un castello difensivo o di caccia: la perfezione geometrica, la
ricercatezza architettonica e la ricchezza di materiali. Il documentario accompagna lo spettatore
nei meandri della storia e dell’architettura celata nelle pietre, fino a svelarne i segreti e
ricostruirne l’immagine e la sua funzione.
Attraverso la rappresentazione delle ricerche architettoniche, geologiche e di fisica tecnica
effettuate, e dei relativi risultati, la esposizione di dotte citazioni, testimonianze riportate in testi
antichi consultati dai ricercatori e testimonianze dirette raccolte da esperti che hanno lavorato alla
ristrutturazione del Castello, esso viene “riscoperto” come uno dei più straordinari edifici mai
realizzati nel Medioevo, attraverso una visione che coniuga finalmente forma geometrica, caratteri
architettonici e soprattutto funzionali, la filosofia illuminata di Federico II di Svevia e la sua cultura
arricchitasi nei contatti con il mondo arabo dell’epoca, giustificando la presenza degli impianti
nascosti all’interno del Castello con la presenza dell’Acqua. Ecco quindi l’elemento che ridefinisce
la funzione per la quale fu costruito il Castel del Monte.
Il documentario è diviso in due sezioni: la prima riguarda l’ipotesi funzionale sul Castel del
Monte, mentre la seconda contiene un suggestivo approfondimento sulle possibili connessioni tra
il monumento e l’enigmatico (ed a tutt’oggi indecifrato) manoscritto di Voynich. E così lo
spettatore dopo aver attentamente e curiosamente seguito il documentario, scopre con stupore
che, dopo infinite e annose diatribe tra storia, matematica, filosofia, astrologia, fisica, esoterismo
sulla sua origine e la sua funzione, il “suo” Castel del Monte potrebbe, con ragionevole e
scientificamente provata certezza, aver avuto la funzione di un centro termale.
L’impegno dei ricercatori del Politecnico barese ha già ottenuto ampi riconoscimenti
internazionali e il Club Castel del Monte Host continuerà ad affiancarli e a sostenerne l’iniziativa
curando la traduzione in inglese dell’opera onde poter assicurare una sua diffusione in ambiti
internazionali, cosa agevolata dalla presenza dei Club Lions in tutto il mondo.
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