L’arte non è solo un “culto” del bello. L’arte a volte mette in campo tematiche attuali, racconta il presente, racconta storie e si fa testimone di fatti. Infine l’arte è speranza, è visione, è una spinta propositiva alla conoscenza e contribuisce ad accrescere lo spirito critico e la coscienza e consapevolezza collettiva.
L’artista Jasmine Pignatelli, chiamata a partecipare ad una mostra a Napoli nella prestigiosa sede del Museo Orto Botanico di Napoli, connette in un’opera d’arte le storie e le peculiarità di quattro giardini italiani: Barletta, Napoli, Padova e Palermo. In cosa consiste l’opera? E perché la presenza dell’Orto Botanico di Barletta che nessuno conosce se non per le vicende di malaffare che lo hanno segnato? L’opera è composta da quattro sacchi che contengono resti di potature, foglie, terriccio: è l’humus che proviene da quattro diversi Orti Botanici nel tentativo di riconnettere nuovamente specie ad altre specie, luoghi ad altri luoghi, ma soprattutto storie ad altre storie. In questo lavoro ogni sacco porta incise le coordinate geografiche di provenienza esu un cartellino giallo la descrizione del contenuto. Allo spettatore il compito di tradurre,con l’uso di Google Maps, la geografia di quella sequenza di numeri e allo stesso modo il compito di capirne il senso.
Ogni sacco è portatore di informazione, cultura e identità. Napoli racconta la sua maestosità e la sua grandezza, il valore scientifico di una grande e ricca collezione botanica. Padova è l’orto più antico in Italia, “all’origine di tutti gli ori botanici del mondo e culla della scienza” tanto da diventare patrimonio dell’Unesco. Poi c’è l’orto di Palermo, importante per la diffusione in Europa di piante tropicali, che testimonia un ruolo anche geopolitico negli scambi scientifici e nella costruzione di nuovi scenari naturali. Infine Barletta, un orto travagliato, trasformato in discarica abusiva che testimonia il malaffare che tutto distrugge.
Nei sacchi è nascosta la metafora della nostra società e il tentativo di ricostruire un ordine, di riunire storie e immaginare per un momento che tutto questo era all’origine tenacemente connesso e oggi, consegnato al caos.
Il titolo dell’opera è BOUNDLESS (senza limiti, senza confini) è la metafora del fatto che tutti “stiamo” su questo pianeta, che siamo parte del tutto, connessi anche noi da radici invisibili e figli di quella materia che poi si è andata separando. I numeri che ci raccontano tutto questo sono:40.861359° – 14.262462°.E’ l’orto botanico di Napoli, considerato tra i più grandi d’Italia con i suoi 12 ettari di sviluppo e il più ricco per specie vegetali e per collezioni.
45.398547° – 11.880788° sono le coordinate dell’orto Botanico di Padova. E’ il più antico orto d’Italia, fondato nel 1545. Nel 1997 è entrato nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. L’Orto Botanico di Palermo fa riferimento a38.113442° – 13.372689°.Conosciuto per le piante monumentali e per la componente tropicale e subtropicale unica in Europa. A questa istituzione si deve l’introduzione nei paesi del Mediterraneo del mandarino e del nespolo del Giappone come anche la reintroduzione del cotone.
Infine alla longitudine e latitudine41.312716° – 16.280216° troviamo l’orto Botanico di Barletta. Un Orto che non hai mai visto la luce, vittima della burocrazia e del malaffare, è diventato sin dal momento della sua costituzione, una discarica abusiva. Furono nascosti in questo luogo rifiuti pericolosi che evidenziano la presenza di cromo, rame, cadmio, piombo e zinco oltre i limiti previsti per legge. Messo sotto sequestro ora è in attesa di bonifica.
Connettere luoghi nello spazio e nel tempo, il riconoscimento della dignità, il tema dell’Essere nell’Esistente, del trovare uno spazio, una posizione nel mondo e un modo per condividere e per evolvere in molteplicità e non in individualità, è da sempre il terreno di analisi e sviluppo del lavoro artistico di Jasmine Pignatelli.
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