Perizie, burocrazia, approvvigionamenti. Questa è la storia dell’ex pista di pattinaggio sita in Corso Italia ad Andria.
Nel lontano 2012, l’allora Assessore ai Lavori Pubblici di Andria, Pierpaolo Matera, si riteneva soddisfatto del fatto che era stato finalmente aggiudicato il bando per la riqualificazione della struttura che, ormai da anni, era in stato di degrado.
L’amministrazione dovette investire 658 mila euro affinchè l’ex pista di pattinaggio della città sveva, nell’arco di due anni, divenisse una tensostruttura dove si potessero praticare ben cinque discipline sportive tra cui calcio a 5, pallavolo, pallacanestro, pallamano e pattinaggio artistico.
I lavori iniziarono nell’ottobre 2013: la struttura fu dotata di copertura in PVC. Una copertura talmente inefficiente, che bastò una lieve pioggia a comprometterne la solidità e la robustezza. Dopodichè il nulla.
Oggi, quella struttura e rimasta lì, abbandonata, inutilizzata da anni e soprattutto non terminata. Lo stato in cui versa attualmente fa tornare in mente quella ruota panoramica di Pripyat, città fantasma situata a pochi chilometri da Chernobyl.
La situazione è divenuta difficile anche perchè lo sperpero di denaro pubblico ha raggiunto livelli inauditi. Occorre reagire: la cosa pubblica è cosa nostra.
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