Se domani mi chiamano per offrire me stesso lo devo fare per forza”. Eli Bombataliev, il 38enne ceceno, che risiedeva a Foggia dal 2012 nel Centro islamico ed è in carcere da tre giorni su disposizione della magistratura barese per terrorismo internazionale, spiegava con queste parole a sua moglie, la 49enne russa Marina Kachmazova, la sua volontà di martirio.
I particolari delle intercettazioni telefoniche, definite dal procuratore di Bari Giuseppe Volpe “conversazioni agghiaccianti”, sono stati resi noti nella conferenza stampa tenuta questa mattina in Questura. Nell’operazione della Digos e del Gico della Guardia di Finanza, denominata ‘Caucaso connection’, il 38enne ceceno è stato sottoposto a fermo e altre tre persone espulse, la moglie russa e due fratelli albanesi di 23 e 26 anni, risultati parte della rete di contatti di Bombataliev e destinatari della sua attività di indottrinamento, fino alla richiesta esplicita di diventare una “shahidka”, donna kamikaze con cintura esplosiva
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