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Barletta – Perde 900 euro alla slot-machine e rapina barista: in manette noto pregiudicato

21 Giugno, 2017 | scritto da Redazione
Barletta – Perde 900 euro alla slot-machine e rapina barista: in manette noto pregiudicato
Cronaca
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Nella mattinata di ieri la Polizia di Stato ha notificato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Santeramo Salvatore di anni 37, con numerosi precedenti penali, figlio del noto boss Santeramo Pasquale. La misura è stata emessa dal Tribunale di Trani e notificata presso la Casa Circondariale di Lecce ove il predetto è detenuto per altra causa.

Il provvedimento scaturisce da un’attività d’indagine espletata dagli investigatori del Commissariato di P.S. di Barletta a seguito di un episodio avvenuto in città lo scorso 25 marzo quando, nelle prime ore del mattino, i poliziotti della volante intervennero presso un bar della periferia cittadina ove era stata segnalata la presenza di un uomo che, dopo aver giocato alle slot machine ed aver perso circa 900 euro, si era infuriato ed aveva preteso la restituzione della somma persa a causa del presunto malfunzionamento delle macchine; poco dopo, accortosi dell’arrivo dei poliziotti allertati dal barista, si era dileguato.

Alcune ore dopo, ritornato nel bar in questione, aveva minacciato il gestore del bar, costringendolo a contattare il titolare della ditta fornitrice delle slot-machine ed a farlo arrivare sul posto per poi rapinarlo della somma di 650 euro e del telefono cellulare, che gli veniva strappato dalle mani per impedirgli di allertare le forze dell’ordine.

Sulla scorta delle attività di indagine che ne sono seguite, anche grazie alle immagini registrate dalle telecamere del bar, i poliziotti del Commissariato hanno ricostruito le fasi dell’aggressione giungendo all’identificazione del responsabile, riconosciuto senza ombra di dubbio alcuno per il noto pregiudicato Santeramo Salvatore.

Ulteriori accertamenti hanno poi consentito di appurare che l’uomo si era allontanato arbitrariamente dalla Comunità “Oasi 2” di Trani dove era stato collocato dopo l’affidamento in prova ai servizi sociali dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna.

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