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Videosorveglianza nella Bat: Uil Puglia chiama in causa il Viminale

13 Maggio, 2017 | scritto da Redazione
Videosorveglianza nella Bat: Uil Puglia chiama in causa il Viminale
Attualità
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La Uil di Puglia e di Bari-Bat interesserà la propria Segreteria nazionale affinché intervenga presso il Viminale per cercare di sbloccare la vicenda della videosorveglianza nei Comuni della provincia Bat.

E’ quanto assicura il segretario generale Aldo Pugliese, che non esita a definire “paradossale” la questione delle telecamere installate nelle città ma non funzionanti: “E’ una vicenda che ha dell’incredibile – spiega – nonostante i soldi fin qui spesi e nonostante si tratti di un territorio che purtroppo offre molti spunti di cronaca. Noi stessi, come Uil, abbiamo denunciato più volte il bisogno e la necessità di garantire la sicurezza ai cittadini ed è fuori discussione che un efficiente sistema di videosorveglianza potrebbe contribuire a combattere una battaglia campale per lo sviluppo del territorio e per la qualità della vita da garantire ai residenti”.

Per Pugliese è necessario che questa partita sia “giocata a tutto campo dagli amministratori a supporto della Prefettura”: “Se il problema è l’appalto per la manutenzione – prosegue il segretario – va affrontato e risolto. Se la questione è avere notizie dal Ministero dell’Interno, che si faccia il possibile, ciascuno per il proprio ruolo, per non lasciare isolato il territorio. Non ci sentiamo e non siamo i ‘confini dell’impero’, così come dobbiamo fare in modo che lo Stato non continui ad essere imbrigliato su se stesso. Altrimenti poi facciamo male a lamentarci quando si scopre che l’Italia in molti settori strategici, e la sicurezza lo è di sicuro, è fanalino di coda nelle graduatorie dell’Unione Europea”.

Pugliese ricorda inoltre che purtroppo quello delle opere incompiute è uno dei grandi problemi della Puglia: “Basta guardare i dati sui Por – afferma – che sono stati spesi quasi al 100%, ma il paradosso è che aver speso, poi serve a poco o nulla se si è scelto di fare un investimento in un’opera che non funziona. Peraltro, crediamo sia abbastanza chiaro a tutti che tenere spente le telecamere non significa certo preservarle, ma piuttosto usurarle comunque. Non è pensabile dunque che gli sforzi economici non siano poi supportati dalla concretezza dei fatti. Ed è abbastanza paradossale che le istituzioni giochino a rincorrersi senza trovare una soluzione”.

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